In poche settimane è il terzo disco Constellation di cui parlo, come sapete lo faccio sempre molto volentieri perché si tratta in ogni caso di prodotti interessanti.
Eric Chenaux è uno dei migliori musicisti della scena indipendente canadese, un artista capace di addentrarsi nei meandri dell’improvvisazione riuscendo a farla piacere a tanti così come proporci del pop con grande attenzione per i dettagli, gli arrangiamenti ed il suono, ma, caratteristica più importante puntando sempre sulla ricerca cercando di non ripetersi.
Le sue influenze sono tra le più disparate, da Arthur Russell all’improvvisatore della chitarra Derek Bailey, da Nina Simone alla mutant disco e al post-punk in generale.
Il suo nuovo lavoro dal titolo “Slowly paradise” è il più completo in assoluto e forse il suo capolavoro, il raggiungimento di una cifra stilistica senza precedenti.
Siamo di fronte a composizioni finemente cesellate che ci aprono ad un ambiente sonoro alieno , ma allo stesso tempo rassicurante con chitarre finemente disturbate che vorrebbero palesarsi come pianoforti e fiati surreali per poter immergerci in un mondo onirico.
Altro centro pieno per l’etichetta canadese di Montreal.

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