ELVIS PRESLEY: “From Elvis In Nashville” cover albumLa raccolta definitiva delle sessioni di registrazione di Elvis all’RCA “Studio B” del 1970. Dopo le due incredibili sessioni di registrazioni del 1968 e lo speciale “Elvis In Memphis” del 1969 (che includeva la hit “Suspicious Minds”), Elvis Presley si preparò a fare del 1970 un altro anno da ricordare. “From Elvis In Nashville” include infatti 40 brani tratti dalle sue sessioni di registrazioni nello Studio B dell’RCA risalenti a giugno e settembre 1970 — presentate senza le sovraincisioni originali, per poterne apprezzare le versioni originali — insieme ad altre rarità e versioni inedite, tutti recentemente mixati dal produttore Matt Ross-Spang.

Elvis Presley si è recato a Nashville nel giugno del 1970 per una serie di sessioni di maratona all’RCA Studio B, tagliando abbastanza materiale da distribuire su tre album: “That’s The Way It Is”, “Elvis Country (I’m 10,000 Years Old)” e “Love Letters from Elvis”, per essere precisi, tre dei dischi più famosi e di maggior successo che il nostro abbia mai pubblicato.

Ognuno di questi lavori aveva la sua parte di sovraincisioni – “Elvis Country” era anche collegato da estratti di “I Was Born About Ten Thousand Years Ago”, un’idea intrigante che in pratica era esasperante – quindi l’idea alla base di “From Elvis in Nashville” è ispirata: il cofanetto presenta quelle sessioni nel loro insieme, senza sovraincisioni o dolcificanti di alcun genere.

Ascoltare queste 74 tracce in totale non riscrive la storia di Elvis, dato che gli album originali erano abbastanza forti da soli, ma equivale a una tranquilla rivelazione poiché cattura ‘The King’ nell’ambientazione che gli si addiceva meglio: rilassato e confortevole, circondato da musicisti eccezionali che possono suonare qualunque brano possa venire in mente o farlo risultare come proprio.

Una buona parte di queste sessions era dedicata a materiale relativamente recente, canzoni progettate per portare Elvis a un successo nelle classifiche: “Snowbird” di Gene MacLellan , “Patch it Up” di Rory Bourke e Gene MacLellan e l’AOR- amichevole “Mary in the Morning” – ma queste sono punteggiate da letture furiose di “I Washed My Hands in Muddy Water”, “Got My Mojo Workin” e “Whole Lotta Shakin’ Goin’ On”.

Può essere sentito scherzare e imprecare con la sua band e il suo buon umore non solo è evidente, ma pure contagioso. La musica è così buona e così rilassata, può volerci un momento per rendersi conto che all’interno di questi quattro dischi, Presley tocca tutte le sue ossessioni musicali e lo fa con la grazia e l’abilità di un maestro, il tutto senza perdere di vista la canzone. Ascoltare questi momenti come un insieme unificato sottolinea che questo potrebbe essere l’apice di Elvis come artista maturo, il che significa che è un ascolto imperdibile.

Il suono è potente e offre ottime vibrazioni, a volte assume connotati di ruvidezza che permettono di ascoltare i brani come mai li abbiamo sentiti in passato. Siamo in uno dei momenti migliori di Presley, sia vocalmente che per il repertorio presentato, arrangiamenti essenziali e musicisti alle spalle che conoscono la musica dalla A alla Z e lo supportano alla grande. Come esempio ascoltate la versione di “Bridge over Troubled Water”, voce e piano con la band che entra in scena dopo un paio di minuti. Il cantato è da brividi, forse la miglior versione di questo magnifico brano.

Una sola parola, essenziale!!!


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