Di certi musicisti si può dire tutto riguardo la loro proposta sonora, tranne che non siano onesti e mantengano un’integrità a prova di bomba. Sicuramente gli Earth appartengono a questa categoria. Nei loro dischi di più recente produzione hanno apportato alcuni elementi per rendere il suono maggiormente ricco in arrangiamento e vario. Ci sono stati gli archi e nel precedente “Primitive and deadly” sono entrate in campo persino le voci. Ovviamente non veniva modificata la cifra stilistica del gruppo, rimasta sempre minimale, ma la musicalità e le atmosfere ne giovavano.
Per il nuovo disco “Full upon her burning lips” si assiste ad un ritorno all’essenzialità assoluta, quindi tanta chitarra ad opera di Dylan Carlson (anche al basso) e la batteria e le percussioni nelle mani di Adrienne Davis. Il lavoro è stato registrato, mixato e masterizzato da Mell Dettmer, il quale è riuscito a donare al suono una presenza dinamica ed una limpidezza che ci permette di gridare al miracolo.
L’album è composto da dieci brani ed ha una durata spaventosa (oltre un’ora) ed è il nirvana per coloro che amano i loro riff granitici e le ritmiche potenti e devastanti. Non c’è un’idea di base nella realizzazione di questo lavoro se non quella di una semplicità assoluta, dietro a cui si celano le abilità dei due musicisti di agire in modo spartano con i pochi mezzi a disposizione.
Il suono della sei corde, tra l’altro si è risparmiato anche sull’uso degli effetti, mai così scarsi in numero, raggiunge vertici mai ascoltati primi nei dischi degli Earth. Si passa dal blues ai richiami lisergici della psichedelia e del suono desertico di uno stoner di agghiacciante durezza. È pura magia (malata) perdersi nei riff, negli echi, nelle risonanze e persino in quei lievi drones che Dylan riesce a creare. La ritmica avanza lentamente in modo ipnotico ed inesorabile, ma sullo stesso piano della chitarra di Carlson.
I due pezzi cardine risultano essere “Datura’s crimson veils” e “She rides an air of malevolance”, entrambi oltre i dieci minuti, in cui l’ascoltatore è centrifugato in un viaggio allucinato in cui perdersi per sempre.
Non da meno gli altri brani della scaletta per quello che si può definire il disco della maturità che non conosce cedimenti!!!


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