CEELO GREEN- “Is Thomas Calloway” cover album‘Ascoltare il nuovo album di CeeLo Green’, scrive la testata americana Variety,’ è come entrare in una macchina del tempo e dirigersi verso il 1968 – non quello della Motown o della Stax ma quello di Elvis, Glen Campbell, Johnny Cash e Dusty Springfield’. Al suo sesto album solista il cantante, rapper, tastierista, produttore e compositore (vero nome – come da titolo – Thomas Callaway) noto soprattutto per la sua militanza nei Gnarls Barkley e per l’hit planetario “Crazy”, si affida a Dan Auerbach (Black Keys) e alla sua lanciatissima etichetta Easy Eye Sound registrando nei suoi studi di Nashville una raccolta di eccellenti canzoni pop e orchestrali dall’umore meditativo che lo propongono nelle vesti sorprendenti di crooner. Al Green e Bobby Womack sono altri punti di riferimento di un disco dal sapore country soul cui contribuiscono nomi importanti come Bobby Wood, Dave Roe e Paul Overstreet e che si snoda su eleganti intrecci strumentali di archi, chitarre, clavinet e piano elettrico.

Dan Auerbach sembra inarrestabile sotto la tela del ragno costruita nei suoi studi Easy Eye Sound di Nashville (band e etichetta discografica sono incluse nel prezzo). L’intesa tra i due è stata immediata ed ha portato alla scrittura di una dozzina di pezzi Soul e R&B con piccole striature rock (‘Doing It All Togheter’). ‘CeeLo è così incredibilmente audace con le sue parole e la sua gamma è fuori controllo, non abbiamo lavorato per scrivere un successo. Abbiamo finito per scrivere canzoni sulla famiglia, i propri cari, bambini, il Vangelo. È molto eccentrico, molto divertente. Ma è anche molto umile e molto dolce’ racconta Aurbach.

Green torna al soul della vecchia scuola degli anni ’50 e ’60 su “Is Thomas Calloway , intercettato con un po’ di funk e gospel, e rivelando l’artista nella sua duplice forma: CeeLo Green, e il suo nome di battesimo Thomas Callaway. Scritto in un periodo di sei mesi con Ceelo che scende a Nashville a intervalli. ‘Ci sedevamo la mattina presto e prendevamo caffè e tè, dolce e ciambelle, parlavamo di negozi e discutevamo di musica e cose del genere’, dice Green. Il nostro si è trovato a registrare per la prima volta davanti ad una vera e propria band che comprendeva anche mitici componenti dei Muscle Shoals Sound Studio di Sheffield, Alabama. Le dodici canzoni sono state registrate in due soli giorni, sei per giorno, mantenendo intatta la patina di autenticità: ad esempio il primo singolo “Lead Me” è venuto fuori così alla prima.

Il risultato è sorprendente, morbido e esplosivo pur ricalcando suoni in perfetto stile sixties di casa Motown e Stax (‘la contagiosa’ People Watching’), gospel, arrangiamenti orchestrali compresi (‘I Wonder How Love Feels’) e con il tipico Nashville sound bianco dietro l’angolo (‘Little Mama’). Ecco se proprio un difetto bisogna trovarlo, forse qualche episodio “mosso” in più avrebbe giovato. Certo la mano di Auerbach è ormai riconoscibile e secondo me non ha mai sbagliato un intervento, alcune cose meglio di altre ma tutto è sempre stato fatto con classe invidiabile: l’abbiamo sentita sopra ai dischi di Dr. John, Early James, Yola, Robert Finley, Marcus King, John Anderson, Jimmy Duck Holmes. Dischi corposi, curati in ogni minimo dettaglio proprio come si faceva una volta.

Proprio per questo motivo non dovete sottrarvi alla possibilità di ascoltare un disco che cattura su nastro momenti veramente speciali!!!


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