CASPER CLAUSEN: “Better Way” cover albumCon “Better Way” Casper Clausen, già frontman dei danesi Efterklang, continua ad espandere e perfezionare il suo universo sonoro, esplorando un terreno diversificato; tra un tour e l’altro, il musicista di Als, ha concepito l’album nel suo studio in riva al fiume a Lisbona prima di farlo giudicare dalla leggenda della produzione Pete Kember, meglio noto come Sonic Boom degli Spacemen 3, nonché residente nella capitale lusitana da qualche anno.

Sebbene il debutto del danese mostri solo una vaga somiglianza con i lavori che l’eccentrica psichedelia di Kember ha plasmato con band come MGMT e Panda Bear, gli otto brani del disco, ispirati alla magica terra del Portogallo e ad un’eleganza wave sintetica a cavallo tra David Bowie e David Sylvian (“Dark Heart”), potrebbero innescare a qualche altezza il rapimento di un’avventura notturna tra ritmi motorik e onirici passaggi à la Brian Eno.

Uscito l’8 gennaio 2021 per City Slang, il lavoro è stato pubblicato giusto il giorno precedente al compleanno dell’artista. Ad anticiparne l’uscita, il singolo “Used To Think”, un uptempo metronomico-sintetico che interseca Kraftwerk e il Bowie berlinese e si colloca come un caso quasi isolato (vedi “8 Bit Human”) rispetto alle più morbide (e anche sognanti, vedi una “Ocean Wave” dai loop controllati) sonorità del lavoro.

Nelle sue canzoni con Efterklang, la voce del musicista danese a volte assomigliava al canto tenero e stagionato di Bono, ma in genere sono state messe su una musica più oscura, grandiosa e artistica di qualsiasi cosa gli U2 abbiano offerto di recente. Gli Efterklang sono specializzati in una grandezza indefinibile – post-rock, immagino, con un’atmosfera da camera-pop. Nel suo album di debutto da solista “Better Way”, Casper continua ad espandere e perfezionare il suo universo sonoro, esplorando un terreno diversificato, in gran parte digitale, e conferendo a tutto ciò un senso di umanità calda e stanca del mondo con quelle voci. Tuttavia, si interseca con i paesaggi sonori di synth allucinatori del disco di ritorno di Sonic Boom del 2020 “All Things Being Equal” e il modo in cui ha guidato il maestoso dream-pop di Beach House nell’oscurità di “7”.

Il numero di toni, trame e ritmi che Clausen e Kember hanno evocato qui è impressionante. Si tratta di canzoni pop-rock sostanziose, ma sembrano esistere nei sogni o in dimensioni alternative, sovrapponendo elementi di krautrock, shoegaze, post-punk e vari tipi di musica dance elettronica in modi costantemente coinvolgenti. Ogni traccia è un quartiere a sé stante, ricco di idee e sensazioni. Alcune sono basate su strumentazione live e punteggiate di elettronica; altre si sentono principalmente digitali, costruite da campioni in loop e battiti programmati. A volte la musica è impegnata, al limite dell’euforia, ma altrettanto spesso Clausen si addentra nei regni sfocati tra fantasticheria e ansia. È un album che può evocare sia i brani esplorativi di musica e dance di Caribou sia il miraggio ‘heartland rock’ dei War On Drugs, tutti alla ricerca di una verità emotiva che non può essere del tutto espressa con le parole.

È una raccolta che va alla ricerca di qualcosa di migliore per gli esseri umani, in cui predomina uno stato d’animo da cui farsi trascinare per un delizioso viaggio emotivo!!!


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