BLACK MIDI: “Cavalcade” cover albumIl secondo album dei Black Midi sarà senza dubbio una sorpresa per molti. Dopo un’ascesa rapidissima ben documentata, che ha visto la giovane band londinese passare da diplomata alla Brit School a frequentatori abituali della Brixton Windmill a nominata al Mercury Prize in soli due anni, e con il chitarrista Matt Kwasniewski-Kelvin che ha annunciato nel gennaio di quest’anno che stava prendendo del tempo lontano dalla musica a causa di problemi di salute mentale, sarebbe giusto presumere che il gruppo avesse trascorso l’ultimo anno di blocco godendosi un meritato tempo libero. In realtà, sembra che abbiano fatto esattamente il contrario.

Gli elementi di “Cavalcade” si sono materializzati prima della pandemia, dato che la band era in tournée per il loro disco di debutto, “Schlagenheim”, ma era finita la quarantena, poiché hanno dovuto abbandonare il loro approccio improvvisativo alla scrittura di canzoni per un processo più ponderato e deliberato, inviando tracce avanti e indietro a l’un l’altro, che l’album ha cominciato a prendere forma. Un successivo periodo negli Hellfire Studios della contea rurale di Dublino la scorsa estate con il tecnico del suono dei Lankum, John ‘Spud’ Murphy, originariamente pianificato come un momento per registrare demo, ha portato a gran parte di quello che ora è il secondo album della formazione.

Per molti versi si tratta del degno seguito del disco precedente, e si annuncia come tale con l’opener “John L”; una frenetica offerta Math-rock, con il frontman Geordie Greep che ringhia qualcosa tra un sermone e una poesia parlata mentre lui e il bassista Cameron Picton si sforzano di tenere il passo con Morgan Simpson, il loro infaticabile e implacabile batterista. Un violino urlante per gentile concessione del collega abituale dei Windmill, Jerskin Fendrix, aggiunge al brano un senso di pandemonio.

Quello che viene dopo è del tutto più interessante. Quando il pezzo termina e inizia “Marlene Dietrich”, la batteria si abbassa ed entra una gentile chitarra in stile bossanova, mentre Greep inizia a cantare un’ode sensuale all’omonimo brano. Nonostante, o forse a causa, della sua contorsione vocale e del suo accento ambiguo Greep è un narratore potente, che ricorda un attore di teatro musicale nella sua consegna. Canta come un presentatore di cabaret, presentando il protagonista e riportando la batteria di Simpson, questa volta in sordina e ritmata. Dà il tono a un album tanto incongruo quanto conciso. Niente sembra superfluo qui, eppure il modo in cui ci sono riusciti è una specie di miracolo dato il numero di stili e riferimenti che hanno stipato.

Ciò che è più miracoloso è la loro capacità di dare il proprio tocco a qualsiasi genere provino, indipendentemente dal fatto che si tratti di slowcore americana (“Diamond Stuff”) o opera rock in piena regola (“Dethroned”), è innegabilmente Black Midi. Si potrebbe attribuire alla particolare voce del cantante, ma anche quando canta Picton (un paio di tracce), il loro suono è immediatamente riconoscibile. Forse, in definitiva, è il batterista ad imprimere la cifra stilistica del gruppo. Chiunque abbia visto i Black Midi dal vivo può attestare che Simpson è uno dei batteristi rock più laboriosi e altamente qualificati in circolazione.

Quando Kwasniewski-Kelvin fece un passo indietro all’inizio del 2020, l’ormai trio reclutò il sassofonista e collega di scuola, Kaidi Akinnibi, così come il tastierista Seth Evans (un musicista di sessione che suona anche con HMLTD ), per unirsi a loro in spettacoli dal vivo. Entrambi i musicisti hanno finito per suonare in “Cavalcade” , e il loro contributo aggiunge una dimensione extra al suono, già complesso, della band. In “Chondromalacia Patela” in particolare, una traccia che prende il nome dal termine formale per il ginocchio del corridore e presumibilmente sulla convalescenza, il piano caotico di Evans fiorisce e le esplosioni di sax di Akinnibi si aggiungono al senso prevalente di irrequietezza.

Un album coraggioso che sorprende ad ogni svolta, che dimostra che i nostri non riposano sugli allori!!!


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