BIBIO- “Sleep On The Wing EP”Un anno dopo “Ribbons”, che segnava il ritorno sui campi folk dopo la parentesi (drone) ambient del precedente – e valido –“Phantom Brickworks” (2017), Bibio torna con il nuovo EP “Sleep On The Wing”, uscito il 12 giugno 2020 su Warp Records. Registrato nel suo studio immerso nelle campagne delle Midlands, il disco – più che un EP, un album vero e proprio, con ben 12 strumentali in scaletta – raccoglie le note influenze pastorali dell’artista, così come profonde melodie atmosferiche e field recording, affidandosi ad una strumentazione in gran parte autoprodotta.

Il titolo dell’opera riprende la capacità di addormentarsi rapidamente durante un volo, e proprio questo concept è alla base del videoclip che accompagna la title track, diretto da Sonnye Lim, seppure il musicista britannico, vero nome Stephen Wilkinson, tenda a specificare come l’idea generale sia più quella di «celebrare il sogno e il potere liberatorio dell’immaginazione, non necessariamente una fuga fisica».

Il nuovo lavoro trova Stephen esplorare la strumentazione organica. Spiega: ‘”Sleep On The Wing” è iniziato come molti dei miei brani, come un modello di chitarra. Le parti di violino sono seguite successivamente, raddoppiate con mandolino e altri strumenti a corda’. ‘Liricamente, sento che la canzone abbia due aspetti: l’idea di essere sulla scia di una perdita, ma con la speranza di poter dare un seguito e continuare la vita di qualcuno che ci ha lasciato, permettendo a sé stessi di essere ispirati da ciò che ha costruito durante la sua vita e ciò che ha lasciato alle spalle come lascito, che siano le frasi che ha pronunciato, la conoscenza che ha condiviso o le cose che ha costruito. Ma c’è un altro aspetto da considerare del brano, che è forse più diretto, cioè la fuga dalla città per andare a vivere in campagna per trovare pace e serenità più come immaginazione che come evasione fisica vera e propria. La musica ha questo potere, di ispirare i nostri sogni ed quello che mi ha sempre coinvolto maggiormente tra le sue tante caratteristiche’.

In definitiva gioca sugli stessi temi del predecessore, ed è principalmente album strumentale che disegna un folk pastorale e le registrazioni sul campo o il rumore naturale di fondo della casa di campagna di Wilkinson. Un lavoro rigenerante che ci pone in pace con il mondo e con noi stessi!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *