ALEX MAAS: “Luca” cover album“Luca” è il primo album solista di Alex Maas dei Black Angels uscito via Basin Rock. Un disco guidato dalla forza della natura e dagli echi dei nativi americani precolombiani, in cui canti d’amore, speranza e umanità celebrano la vita mentre si attraversano i pericoli della contemporaneità. 10 canzoni inedite alimentate dai ricordi dell’infanzia trascorsa nello strano paradiso del vivaio gestito dal padre a Seabrook, in Texas, sul lungomare del Golfo del Messico.

Dopo quasi 15 anni con i Black Angels, il cantante e polistrumentista Alex Maas ha fatto uscire il suo album solista di debutto. “Luca”, che significa ‘portatore di vita’, prende il nome dal primogenito di Maas. Dell’esordio, il cantante e polistrumentista del Texas psych rock, dice: ‘Volevo andare musicalmente in un posto dove non sono mai andato prima’. Alex ha prodotto l’album con Brett Orrison, l’ingegnere di Jack White. “Luca” vanta collaborazioni con il batterista dei Widespread Panic Duane Trucks, il bassista di The Sword Bryan Ritchie (al mellotron e al basso), il tastierista di Jack White Quincy McCrary (agli archi e al piano), il cantante Jazz Mills, il batterista degli Eels Derek Brown, il batterista dei Golden Dawn Arkestra Robb Kidd e Christian Bland e Jake Garcia dei Black Angels. Anche l’ex membro dei Black Angels Nate Ryan interpreta “Luca”.

La musica di Alex Maas ha sempre affascinato. Ora, al suo debutto da solista, il viaggio del cantante texano sta compiendo una deviazione altrettanto ipnotica lungo i sentieri selvaggi della sua fattoria indigena. ‘Sto cercando di trovare un equilibrio nel folle mondo in cui viviamo’, rivela Alex. ‘La merda fa paura? Sì. La vita è bella e piena di speranza e ispirazione? Sì. Devi andare al buio per apprezzare la luce e viceversa. Non è sempre tutto color pesca, un giorno stai camminando per un bellissimo campo e vieni morso da un serpente a sonagli perché sei accecato dai fiori colorati. Va bene essere spaventati, tristi e impauriti perché ne hai bisogno per apprezzare tutta la bellezza che il mondo ha da offrire’.

Il suo album scoppietta con il calore vintage di Grace Slick o le melodie fumose di Nico, che si alzano come le braci di un falò mentre prende spunto da Beth Gibbons, Sam Cooke, Lee Hazlewood, Vashti Bunyan, Mississippi John Hurt e Huun-Huur-Tu (un gruppo musicale originario della repubblica di Tuva). Registrato agli Space Flight Studios di Austin, “Luca” è stato un progetto evolutivo con alcune delle prime canzoni elaborate dalle loro origini acustiche mentre altre sono state scritte più di recente. Co-prodotto con il collaboratore di lunga data Brett Orrison, il disco ha iniziato la sua trasformazione da inclinazioni folk solitarie a un abbraccio più mondano. Con questo lavoro Alex firma un lavoro intimo, lontano dall’urto sonoro del gruppo di cui fa parte e di cui è solo una rotella dell’ingranaggio. Gli arrangiamenti sono scarni e danno vita ad un folk psichedelico, basicalmente acustico, in cui si avverte la presenza di una tastiera usata come tappeto, di un flauto e di qualche effetto distorto che si preoccupa di deturpare un’atmosfera malinconica e intorpidita. Sul tutto si ergono tre brani di estatica bellezza quali “Slip Into”, “500 Dreams” e “Shines Like the Sun (Madelin’s Melody)”. Solo in “American Conquest” si avverte il legame con i Black Angels”, tutto il resto si rifà ad un suono di totale introspezione.

È un’uscita che mette in mostra un Maas che cammina lungo il suo sentiero inesplorato, offrendo un resoconto onesto e vero di ciò che è passato e di ciò che potrebbe ancora venire. “Luca” canta dall’anima, è credibile e potrebbe essere tutto ciò di cui il mondo ha bisogno in questo momento!!!


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