Ecco un altro caso in cui la valanga di uscite non permette di essere tempestivi nell’ascolto e, di conseguenza, nel presentare un resoconto agli ascoltatori.
Difficile attribuire un’etichetta a questa giovane e promettente formazione newyorkese.
Al crocevia tra molteplici stili – yacht rock, soul jazz e r&b in bella evidenza – i nostri sembrano connettere più filosofia di vita attraverso l’elaborazione di decenni in musica. L’idealismo dei seventies, la concretezza degli ’80 e le commistioni dei ’90.
Fatto sta che tra i solchi di questo disco potrete trovare numerose intuizioni, con suoni che rimandano ai Fleetwood mac ‘americani’, a Sade oppure agli Arrested Development. Suonati a raffica da Gilles Peterson, Q Tip, Kenny Dope e DJ Spinna, come sinonimo di ulteriore garanzia.
A volte sembra di intraprendere un viaggio lisergico nel deserto californiano per poi rientrare in forme di brani capaci di proiettarci in una forma canzone pop dai connotati notturni.
Sul lato black si possono avvertire incroci tra il suono Motown e quello di Philadelphia (Philly soul) quasi che Roy Ayers e Grover Washington si mettano assieme cercando di trarre il meglio l’uno dall’altro!!!
In definitiva un album estremamente piacevole ed elegante che crea una certa aspettativa per le mosse successive dei 79,5.
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