Lee Ranaldo & Raul Refree pubblicano il loro nuovo album “Names of North End Women” su Mute Records. Ranaldo e Refree lavorarono assieme all’ultimo album solista di Lee intitolato “Electric Trim” (Mute, 2017) e dopo che la coppia tornò in studio per registrare il successivo, realizzarono che” Name of North End Women” sarebbe diventato ciò che Ranaldo descrive come “l’inizio di una nuova collaborazione, una nuova configurazione.”
Per uno dei più grandi chitarristi della sua generazione secondo Rolling Stone e Spin, (Ranaldo ha co-fondato i Sonic Youth nel 1981) e per un artista che ha riscoperto la chitarra tradizionale da flamenco (l’album di Refree con Rosalía continua a crescere in tutto il mondo), questo lavoro contiene brani con un utilizzo della chitarra quasi nullo.
Il duo ha composto la musica utilizzando la marimba, il vibrafono, dei campionatori, un registratore a nastro Studer vintage e un registratore modificato che Ranaldo ha usato nelle sue performance 25 anni fa.
“Abbiamo mixato suoni analogici e strani provenienti da vecchi registratori, abbiamo fatto i conti con il fruscio dei nastri e abbiamo mescolato tecnologie nuove con tecnologie vecchie,” afferma l’ex Sonic Youth. Alcuni elementi di un misterioso nastro che Lee trovò anni fa sbobinando lo Studer quando lo comprò – suoni di batteria, porte che sbattono, persone che parlano – formano la colonna portante di questi brani.
“Sembrava che la musica potesse provenire da qualsiasi parte. Questo disco è nato utilizzando campionatori e registratori,” afferma Refree, “come la musica sperimentale, la musique concrete, i poliritmi.”
Procedendo, le loro astrazioni si materializzavano in canzoni, i loro ritmi elementari, i ronzii d’ambiente e i campionatori danneggiati rivelavano melodie nascoste e pattern profondi. Ranaldo e Refree si scambiarono idee melodiche e aggiunsero la voce ai brani, cantando, oltre allo spoken word che avevano già pianificato per queste tracce. Il processo dal quale nacquero le parole è analogo a quello della musica: Ranaldo ricompose poesie dal suo archivio, scrisse nuovi pezzi e aggiunse versi di Jonathan Lethem – che lo aiutò a scrivere i brani di “Electric Trim”.
Ciò che ne esce fuori è un disco ricco di sperimentazioni come è ben documentato dall’affascinante primo singolo, ritmiche e timpani si accavallano alla voce confidenziale del musicista che afferma “Questo album allenta i vincoli dietro all’idea di come deve essere una canzone, e sia io che Raül siamo entusiasti di vedere quanto lontano potrà andare”. Titolo del disco e del singolo si rifanno ad un episodio della vita di Lee mentre camminava tra le strade di Manitobe, si accorse che le vie erano composte da nomi di donne (senza i cognomi): Lydia, Kate, Dagmar, Harriett, Juno, ecc. – ciò implicava qualcosa di anonimo o universale. Ranaldo si appuntò i nomi nella forma di una poesia, e dice, “in qualche modo è diventato un impulso per i testi in termini di persone che entrano ed escono dalla vita di qualcuno, alcune sono significative, altre fugaci. Ebbi quest’idea di utilizzare i nomi di battesimo come espedienti per caratterizzare i testi. Questo meccanismo non è presente in tutti i testi, ma molti lo utilizzano”.
Il video, che potete vedere qui sotto, è una libera reinterpretazione di “Outer Space”, film del regista austriaco avant-garde Peter Tscherkassky risalente al 1999, già appropriazione di “The Entity” (1982, Sidney J. Furie).
Un disco molto interessante che può aprire al nostro nuove strade, un nuovo modo di concepire musica che può essere descritto come pop!!!


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