ALEX CHILTON AND HI RHYTHM SECTION – ‘Boogie Shoes: Live On Beale Street’ cover albumMemphis è una città con la musica nel sangue. Quando a Fred Ford, co-fondatore del Beale Street Music Festival, fu diagnosticato un cancro, David Less organizzò Fredstock, una raccolta fondi per aiutare a contribuire alle spese mediche. Fu contattata la leggenda di Memphis Alex Chilton (The Box Tops, Big Star), che viveva a New Orleans, per chiedergli di partecipare. Alex disse di non avere musicisti con cui suonare a Memphis, quindi Less suggerì la Hi Rhythm Section (la band dietro i classici di artisti tra cui Ann Peebles, Ike & Tina Turner, O. V. Wright, Otis Clay e Al Green). Alex rispose: ‘Funzionerà’.

Questo live set, precedentemente non pubblicato, contiene versioni di classici del soul di The Supremes e Otis Clay, numeri rock di Chuck Berry e Little Richard, e persino una cover della title track della KC & The Sunshine Band. Disponibile su CD, Digital e LP, “Boogie Shoes: Live On Beale Street” è stato registrato al New Daisy Theater di Memphis nel 1999, durante Fredstock.

Sebbene il leggendario cantante di Memphis non possieda la voce profonda con cui ha abbellito molti successi dei Box Tops degli anni ’60, ha ancora l’abilità nel tenere il palco. Apertura con “Boogie Shoes”, con una magistrale band di backup, la Hi Rhythm Section. Chilton e la band, senza prove aggiungono esperienza.

Alex ha chiamato ogni canzone e la formazione ha obbedito. Con “Precious, Precious”, la sezione Hi Rhythm è a tutto volume con la bellezza degli ottoni. Non sembra esserci un grande pubblico, ma la vetrina avrebbe dovuto motivare un LP in studio. A differenza dei The Box Tops (sebbene abbiano fatto cover di grandi canzoni durante la loro corsa) raramente hanno fatto cover di una classica canzone soul. Ce l’avevano nel suono quando hanno registrato canzoni come “I Must Be the Devil”, “Soul Deep” e “A Whiter Shade of Pale”. Ma principalmente era una canzone originale breve classica, compatta, groovy, eccellente come “The Letter”. Lo spettacolo è vivo ed eccitante, energico, focoso e pieno di sentimento. Chilton avrebbe dovuto fare sempre così. Aveva la voce ideale e la sezione Hi Rhythm era adatta a questo tipo di performance, ma il nostro non era gestibile, forse sempre condizionato dal fallimento commerciale ed artistico (la critica allora non fu benevola) dei Big Star, gruppo a cui teneva moltissimo.

Alex (chitarra) è affiancato da Mabon “Teenie” Hodges (chitarra), Charles Hodges (tastiere), Leroy Hodges (basso), Archie “Hubie” Mitchell (tastiere), Howard Grimes (batteria) con i fiati: Jim Speak (tenore sax), Ronald Kirk Smothers (sax baritono) & Scott Thompson (tromba).

L’intero spettacolo copre rock classico, soul, pop, R&B. Non emulano mai gli originali ma li decorano con ingegno. Anche il classico “Lucille” di Little Richard è reso con il fuoco necessario per mantenere la sua genuina intenzione. Fantastici assoli di sax sbuffano insieme al vapore di tamburi a carbone. Un rovente assolo di chitarra fa scintille e quando l’intera band fuma è roba da locomotiva.

Sono rimasto sorpreso dal suono delle registrazioni data la sua qualità quasi da studio. Chilton è autorevole in “Big Boss Man”, (un successo per Jimmy Reed ed Elvis Presley). Non sono riuscito a trovare una melodia debole su questo set. Ok, forse “Where Did Our Love Go” delle Supremes non aveva il fascino e l’energia dell’originale. Chilton cerca di dare il suo tocco personale e i fiati si accentuano bene. È una performance scintillante per la quale molti musicisti farebbero carte false!!!


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