WILLIAM BASINSKI: “Lamentations” cover album“Lamentations” è l’album che segna il ritorno di William Basinski ai suoi cattedratici loop della memoria. Al solito, meditazioni su morte e decadimento (a partire dalla scelta dei supporti – in questo caso nastri d’archivio che riavvolgono le lancette del tempo al 1979) fanno parte delle dodici nuove composizioni, a partire dalla prima estratta – “O, My Daughter, O, My Sorrow” – in cui possiamo ascoltare il contributo vocale di una cantante d’opera sepolto dalla consueta coltre di droni.

I quattro lavori usciti tra il 2002 e 2003, quartetto di album denominati “Disintegration loops”, hanno contribuito all’affermazione di Basinski come stella dell’avanguardia contemporanea, forse appena meno nota di altri che sono ormai nell’immaginario collettivo quali il defunto Johann Johannsson oppure Max Richter.

La reputazione di William come il principale produttore di profonde meditazioni sulla morte e il decadimento è stata stabilita da tempo, ma nel suo nuovo album, “Lamentations”, trasforma la tragedia operistica in bellezza abissale. Più di ogni altro lavoro da “The Disintegration Loops”, c’è un inquietante dolore in tutto il disco, e quel senso di perdita permane come un vapore emotivo.

Catturato e costruito da loop di nastro e studi dagli archivi di Basinski – risalenti al 1979 – il nuovo lavoro è oltre quarant’anni di sospiri tristi meticolosamente trasformati in canzoni. Sono plasmati dall’inevitabile passare del tempo e dall’indiscutibile collasso dello spazio – e la loro risonanza collettiva è infinita ed eterna.

Coloro che hanno familiarità con il catalogo di Basinski non troveranno molte novità qui – ma non avranno di che lamentarsi – come gli scatti lenti di melassa che hanno reso “Twin Peaks: The Return” di David Lynch così inquietante, la ripetizione agghiacciante del nostro ti trascina in uno stato di quasi ipnosi, concentrandosi sui piccoli dettagli mentre si sgretolano dentro e fuori dalla vista.

“Lamentations” è il titolo perfetto; abbiamo ripetuto tutto questo mentre il chiacchiericcio costante di notizie apocalittiche bolle attraverso i social media e ogni cinegiornale in tutto il pianeta. È difficile dire esattamente di cosa si lamenti Basinski, ma non ha molta importanza: ogni traccia suona come un frammento del nostro passato che svanisce lentamente alla vista. Mentre “The Disintegration Loops” piangeva una New York City che era andata perduta, “Lamentations” sembra un memoriale per qualcos’altro di enorme e onnicomprensivo. La nostalgia è una droga infernale. L’opera perfetta per affrontare con il giusto approccio il lungo periodo che ci aspetta tra l’autunno e l’inverno!!!


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