WHITNEY- “Candid” cover album“Candid” è un album di cover del duo folk di Chicago Whitney, uscito il 14 agosto (via Secretly Canadian). Dopo il grande successo di “Forever Turned Around” del 2019, l’album è stato registrato poco prima del lockdown ed è un tributo ai classici wave, country, r&b e rock che hanno formato il magico suono del duo alternative folk di Chicago.

Le scelte degli Whitney sono ricadute su brani di Kelela, David Byrne e Brian Eno, John Denver, SWV, Damien Jurado, Moondog, Jack Arel, The Roches, Labi Siffre e Blaze Foley. I primi due estratti sono stati pubblicati a giugno, la “Country Roads” di John Denver con la partecipazione riuscitissima di Katie ‘Waxahatchee’ Crutchfield e una versione destrutturata del classico r&b “Rain” delle SWV. Le cover sono state parte integrante del repertorio dei due sin dagli albori nel 2014, quando i nostri si esercitavano e creavano uno stile reinterpretando classici degli Everly Brothers e Allen Toussaint, artisti che hanno influenzato il loro esodio del 2016, “Light Upon The Lake”.

Katie Crutchfield si è unita a Julien e Max per registrare una versione incredibile di “Take Me Home, Country Roads”, dando al brano una nuova anima e una gioiosa armonia vocale. Il classico r&b delle SWV, “Rain”, invece è stato una vera ossessione per Julien Ehlrich, innamorato di quella favolosa traccia che ai tempi riuscì nell’arduo compito di connettere la black music degli anni ’90 con la leggendaria linea di basso scritta da Jaco Pastorious per il brano “Portrait of Tracy”.

Non si discosta molto “Candid” dal disco precedente, è sempre l’indie-soul ad andamento lento e che rivolge lo sguardo al passato a caratterizzarlo. La sorpresa riguarda l’utilizzo di brani altrui e l’apertura affidata ad un pezzo di pop sbilenco firmato Kelela dal titolo “Bank head” in cui domina un pianoforte e, al posto della ritmica spezzettata dell’originale, assistiamo ad un semplice tocco in cassa. Rimane il tono intimo della canzone. I nostri cercano di mantenere un equilibrio tra rischio e classicismo come possiamo arguire dalla resa di “Hammond song”, molto rilassata se confrontata con la nervosa “Strange overtones” di Byrne e Eno.

Sono molto bravi ad ancorarsi agli anni ’70, periodo che con le loro musiche non sembra mai finito, e capaci di offrire un easy-listening moderno e sentito. Ascoltatelo nel momento in cui la luce in cielo è ancora un barlume, vedrete che saprà emozionarvi!!!


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