WEYES BLOOD – ‘And In The Darkness Hearts Aglow’ cover albumNatalie Mering è in una corsia tutta per sé. Nessun altro sta producendo il tipo di pop da camera trascendente che propone, registrando come Weyes Blood. La sua voce alta e pura richiama alla mente icone degli anni ’70 come Joni Mitchell, Karen Carpenter e Carly Simon. I suoi arrangiamenti retrò riportano anche l’era dei cantautori di Laurel Canyon.

Il suo nuovo album, “And In The Darkness, Hearts Aglow”, era molto atteso, soprattutto da coloro che si sono innamorati del suono fuori dal tempo in “Titantic Rising” del 2019. “Hearts Aglow” è stato coprodotto da Natalie e Jonathan Rado di Foxygen. Insieme, hanno creato un suono che è allo stesso tempo nostalgico e contemporaneo.

“It’s Not Just Me, It’s Everybody” inizia l’LP con un sound grandioso, ma un semplice sentimento: che le persone sono sole e soffrono. ‘Seduto a questa festa / Mi chiedo se qualcuno mi conosce / Vede davvero chi sono / Oh, è passato così tanto tempo dall’ultima volta che mi sono sentito davvero conosciuto’, canta la nostra.

“Children of the Empire” inizia con semplici note di pianoforte e una voce, molto simile a una canzone di Carole King, prima di esplodere in un’orchestrazione alla Brian-Wilson, che include violoncello, tuba e trombone. Mary Lattimore suona l’arpa in queste prime tracce e il suo modo di porsi porta una scintillante perfezione ultraterrena alla musica.

In “Grapevine”, una traccia lenta, simile a una ninna nanna, sulla guida in quel tratto montuoso della I-5, Natalie canta di una relazione che è finita. La voce si libra nel ritornello, soffusa di desiderio e rimpianto, mentre desidera poter tornare a ‘Quando eri mia / E io ero tua per un po’’. La voce di Weyes Blood inizia tranquilla in “God Turn Me Into a Flower”, su sintetizzatori spaziali. Per la seconda metà del brano, il canto senza parole si gonfia sui sintetizzatori e sui campioni evocativi del cinguettio degli uccelli.

Mering raggiunge forse il suo io più Joni-Mitchell in “Hearts Aglow” quando canta: ‘Sono stata senza amici / Oh, ho solo lavorato / Per anni e ho smesso di divertirmi’. Sembra più leggera e felice in questa canzone rispetto a qualsiasi altra della raccolta. Mentre la disperazione è sempre presente, lei conserva ancora la speranza: ‘Il mondo intero si sta sgretolando/ Oh tesoro, balliamo nella sabbia/ Perché stavo aspettando che la mia vita iniziasse/ Per qualcuno/ Per illuminare di nuovo il mio cuore’.

Il resto del set ha un suono decisamente sommesso. ‘Siamo più dei nostri travestimenti / Siamo più del semplice dolore’, canta in “Twin Flame”, su un ritmo artificiale, organo e chitarra. Dice ad un amante che è la sua ‘fiamma gemella’, ma forse è troppo tardi per questa dichiarazione. ‘Ho fatto qualcosa per rovinare tutto?’ lei chiede; poi, nel ritornello: ‘Mi hai fatto così freddo / Quando ti allontani’.

Il lavoro termina con “A Given Thing”, l’unico pezzo coprodotto da Rodaidh McDonald (The xx, Sampha). È un numero semplice con lei che si accompagna al piano e un sintetizzatore dal suono spettrale, che suona sulla parola ‘dato’: ‘Non è qualcosa che devi guadagnare/ Gli uni dagli altri/ Viene naturale/ È lì per essere preso/ È un dato di fatto cosa / Il nostro amore eterno’.

E “In the Darkness, Hearts Aglow” tesse un incantesimo attorno agli ascoltatori come un bozzolo. È un trionfo che senza dubbio renderà Weyes Blood un nome più importante!!!


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