WARD DAVIS: “Black Cats And Crows” cover albumWard Davis è un autore sopraffino, un talento davvero unico ed è nel circuito dei migliori di Nashville da ormai 20 anni, ha scritto canzoni per Willie Nelson, Trace Adkins, Merle Haggard, Sammy Kershaw e più di recente per il suo grande amico Cody Jinks, icona e maggior esponente vivente dell’outlaw country indipendente. Proprio quest’ultima collaborazione, sia in studio che dal vivo, ha messo finalmente e in maniera assolutamente meritata Davis sulle mappe della musica country rock americana.

Forse per alcuni, Ward Davis è difficile da discernere dal resto dei cantanti corpulenti e barbuti della vecchia scuola che stanno assaltando la spiaggia della musica country come un clan di berserker vichinghi che cerca di saccheggiare e depredare. Cody Jinks, Whitey Morgan, Alex Williams, Jamey Johnson, J.P Harris e tutta una serie di altri.

Ma Davis è unico nell’ambito di riferimento, come cantautore in primis, e poi sia come pianista tanto quanto nelle vesti di chitarrista. Ma è stato un po’ messo da parte a causa di un divorzio amaro. Tanto meglio, però, almeno per noi. Perché Ward mette tutte quelle emozioni fresche e crude in questo disco, insieme a tanto cuore e anima sottostanti, mettendo in campo una raccolta di canzoni di qualità che per alcuni artisti costituirebbero il valore di un’intera carriera.

Canzone dopo canzone, “Black Cats and Crows” ti risucchia, soddisfa i tuoi desideri musicali e supera le tue aspettative. Prodotto dal leggendario Jim “Moose” Brown, inizia duro e pesante con “Ain’t Going to Be Today”. Come Cody Jinks e alcuni degli altri della ‘brigata barba’, il nostro ti investirà con un po’ di rock. Quando si allea con Scott Ian degli Anthrax nella fragorosa ballata assassina “Sounds of Chains”, ti colpisce con l’heavy metal. Anche se le canzoni sono sempre country, il suono potrebbe avere alcune ripercussioni sugli ascoltatori tradizionali perché all’inizio è un po’ troppo croccante per la loro sensibilità sul genere.

Ma “Black Cats and Crows” si muove a vasto raggio nelle sue 14 tracce. “Threads” è una ballata ben composta e premurosa, con il pianoforte di Ward in grado di portare uno stato d’animo cupo e intimo che una chitarra acustica non può sempre raggiungere. “Where I Learned to Live” sembra uno standard country nel suo dispiegarsi. E, ricorrente durante tutto il disco, Davis continua a tornare alla sua sfortunata separazione, devastando gli ascoltatori con intuizioni su canzoni come “Book of Matches” e “Nobody” tutte su situazioni ed effetti personali e ricordi dolorosi mentre una vita diventa due.

Con gli album di 14 canzoni, comunemente prevedi un paio di tracce deboli. Non succede in quest’occasione! Tutto ciò che si avvicina ad un momento di stanca è, forse, la sua interpretazione del pezzo “Colorado”, precedentemente interpretata da Cody Jinks, ma solo perché si potrebbe già conoscerla. Questa versione, che sfrutta un piccolo violino, potrebbe anche essere migliore. L’album termina con un’altra canzone che i fan hanno già sentito in “Good and Drunk”, che Ward ha pubblicato in un EP del 2018 chiamato “Asunder”, il che è un grande addendum a questo disco, dal momento che riguarda anche il divorzio del cantautore.

Dalle tracce ringhianti per farti pompare il sangue, ad alcune delle canzoni country più facili in cui rilassarsi, alle canzoni scritte con tale intuizione ardente, ti porteranno alle lacrime indistintamente, “Black Cats and Crows” potrebbero essere stato ispirato dalla sfortuna e da decisioni peggiori, ma si traduce in immense di soluzioni per gli ascoltatori!!!


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