VARIOUS – ‘Sacred Soul: The D-Vine Spirituals Records Story Vol I & II’ cover albumIn un momento in cui l’idea tesa della musica sacra dei millennial è confinata ai servizi domenicali di Kanye al Coachella, la presenza del Signore ascoltata attraverso la dolce visione degli anni ’70 del Rev. Juan D. Shipp e Clyde Leoppard sono più necessari che mai, specialmente quando si conosce la storia e la dedizione al suono di alta qualità che era l’etichetta D-Vine Spirituals del Tennessee.

D-Vine è stato il luogo di incontro del veterano dell’Air Force, predicatore, personaggio radiofonico e produttore Shipp e un tempo il batterista dei Sun Studio diventato proprietario del Tempo Recording Studio Leoppard. Nel 1970, mentre gli Stati Uniti si stavano riprendendo dai tumultuosi disordini degli anni Sessanta e il segregazionista del sud George Wallace era tra le offerte per la presidenza, un giovane predicatore nero e un anziano capobanda montanaro stringevano amicizia in una caffetteria nel centro di Memphis. Per il successivo decennio e mezzo, il produttore discografico Juan D. Shipp e l’ingegnere di studio Clyde Leoppard hanno intrapreso un viaggio musicale che ha prodotto alcune delle musiche soul più commoventi mai registrate.

Il loro obiettivo molto moderno: produrre e vendere in modo indipendente dischi in vinile di qualità (i 180 grammi del presente non possono reggere il confronto con l’insistenza di D-Vine sul vinile vergine per i suoi 45 giri) che ha catturato il cuore e (letteralmente) l’anima di Memphis e della scena gospel-R&B finemente sintonizzata delle aree circostanti e far pagare tutti in modo rapido ed equo.

Al di là della forma del business e del fair play dell’etichetta, l’estetica della label era funk nervosa con un profumo di psichedelia viola che indugiava come fiordalisi nella brezza di Memphis. Dato che questo era il top degli anni ’70, ciò significava un’atmosfera da ‘Curtis-Mayfield-meets-own-edged-Motown’, che ha influenzato artisti del calibro di The Gospel Wymics di “It’s a Shame How This World Has Changed”, The Gospel Six di Tunica, “Jesus, He’s a Miracle Worker” del Mississippi e l’interpretazione selvaggia dei Pure Heart Singers dell’inno tradizionale “I Am a Pilgrim”. Per citare Ike e Tina, il meglio di D-Vine è bello e ruvido: “Stand by Me” (da non confondere con la ballata di Ben E. King) di M&N Singers, il chug blues di Elder Jack “A Change Is Gonna Come” di Ward e “Look at Your Life” della suprema Evelyn Taylor.

Che D-Vine abbia apparentemente (i crediti della compilation sono scarsi) trafficato in brani originariamente scritti dimostra che lo spirito ha continuato a muovere l’allora nuova generazione di scrittori, cantanti e arrangiatori gospel, quelli che sapevano stravolgere inni come “I Am a Pilgrim e le gommose stranezze chitarristiche di “I’ve Got to Tell It” di Southern Bells, in qualcosa di fresco e funky per le giovani folle che vanno in chiesa nel sud. L’unica cosa migliore di questi due volumi di “Sacred Soul” di D-Vine è l’anticipazione di molti altri volumi a venire!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *