URAL THOMAS & THE PAIN – ‘Dancing Dimensions’ cover albumUral Thomas ha attirato l’attenzione di alcuni ascoltatori per la prima volta grazie alla presenza nel bellissimo album “In Quiet Moments” di Lost Horizons l’anno scorso, ma questo residente di Portland di 81 anni, nato in Louisiana, ha condotto una vita incredibile. Dopo un certo successo con il gruppo R&B The Monterays, Thomas è andato da solista, pubblicando due singoli (uno citato nel nome della propria band attuale) e un album dal vivo alla fine degli anni ’60 prima della sua ultima uscita, “Dancing Dimensions”.

Dopo essersi trasferito prima a Los Angeles, registrando con il direttore di produzione di James Brown, e a New York, dove ha suonato al leggendario Apollo, Ural è tornato a Portland stanco dell’industria musicale e ha mantenuto un basso profilo per oltre quattro decenni. Nel 2014, in una delle sue lunghe jam session della domenica sera, uno spot per il batterista locale Scott McGee ha portato alla formazione di una formazione di supporto al completo.

“Dancing Dimensions” è il suo terzo disco da allora, e da qualcuno con un retroscena così ricco, ci si potrebbe aspettare una masterclass soul esplosiva e imperdibile – ed è così. Un ragazzo che ha onorato gli stessi palcoscenici di James Brown e Otis Redding, Ural Thomas ha ancora una voce per abbinare queste due icone.

Il rilascio è appena arrivato sugli scaffali ed è pronto a dare agli Ural Thomas & The Pain il più ampio plauso che meritano. È anche la prima uscita dei nostri a essere composta da brani completamente originali piuttosto che da materiale che attinge alle vecchie canzoni del nostro degli anni ’60.

Con questo lavoro, Ural e i suoi fedeli hanno creato una raccolta di pezzi che traggono ispirazione dalla musica soul classica, ma le danno un’atmosfera del 21° secolo. Il che non significa necessariamente qualcosa di troppo stravagante: riverbero, effetti vocali e altri trucchi dello studio di registrazione fanno molto per rendere qualcosa di moderno senza compromettere il risultato che rimane classico nella propria esposizione.

In effetti, la cosa migliore di questo sforzo è quanto suona senza tempo: mentre puoi sentire ciò che attinge al passato, non ti senti mai come se stessi ascoltando qualcosa di vecchio. È musica soul classica con un tocco moderno, sfumata con elementi di psichedelia, pop e persino musica elettronica.

Tutto sommato, “Dancing Dimensions” è il miglior LP della lunga e leggendaria carriera di Ural. Questo non è solo un buon disco per riportare i suoi fan all’ovile, ma anche un ottimo punto di partenza per chiunque voglia provare per la prima volta questo talentuoso autore!!!


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