Il secondo album di TV Priest, “My Other People”, mette a nudo le esperienze del cantante Charlie Drinkwater durante la pandemia, un periodo in cui confessa di essere stato ‘in un posto dove non stavo, direi, particolarmente bene’. La band aveva suonato una volta prima dell’inizio del blocco, ma non è stata in grado di passare al secondo concerto a Oslo a Hackney fino a luglio dello scorso anno. Nel frattempo erano riusciti a catturare l’attenzione di molte persone con i loro primi due singoli “House of York” e “Runner Up”, firmare per Sub Pop e pubblicare il loro debutto, “Uppers”, ma hanno dovuto vivere questa esistenza cambiando esperienza, come se fossero spettatori distaccati; ‘è stata una vera gratificazione e davvero catartica, ma d’altronde è stato davvero strano e non eccezionale per la mia salute mentale’.
La band descrive “My Other People” come una reazione contro la casella del post-punk politicamente consapevole, arrabbiata e sfacciata in cui venivano collocati. Invece, ha ampliato la propria tela musicale in modo impressionante su questo disco, con i testi di Drinkwater che esplorano la vulnerabilità e le emozioni prima della polemica. Come per rendere molto chiaro quel cambio di direzione, i primi tre singoli del disco mostrano ciascuno lati diversi della loro musica, con la quarta pubblicazione, “It Was Beautiful”, la prima a calcare il terreno frenetico.
La partenza più netta arriva sotto forma di “Limehouse Cut”, che considera se ci si può davvero sentire parte di un ambiente in continua evoluzione come quello di Londra. C’è una malinconia quasi da Tom Waits sulla traccia e sui numerosi post dettagliati sui social media della formazione che portano a questa pubblicazione, Charlie osserva che da allora si è trasferito da Londra in un ambiente più rurale. Non posso fare a meno di chiedermi se quella narrazione possa essere influenzata dalla genitorialità, dove la responsabilità di una nuova vita diventa così divorante e quando finalmente vieni in onda, scopri che il mondo intorno a te è cambiato.
Canzoni come “One Easy Thing”, “I Have Learned Nothing” e “I Am Safe Here” sono orgogliose ed esuberanti tra la folla compiacendo “It Was Beautiful” e “Unravelling”. I momenti riflessivi dell’album emergono in “The Happiest Place on Earth” e “Sunland” e nel già citato “Limehouse Cut”. Il momento clou del lavoro, tuttavia, è “The Breakers”, un inno alla riaffermazione dell’amicizia, che presenta un riff di chitarra sublime che integra perfettamente il tema ottimista dei brani.
Il secondo rilascio di TV Priest rappresenta un grande passo avanti per i nostri. Laddove “Uppers” sembrava una raccolta di canzoni, “My Other People” sembra un album vero e proprio, e uno che sarà considerato un ‘flash di grandezza’ dal gruppo negli anni a venire!!!
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