Tricky potrà anche essere da oltre 30 anni in attività, ma non ha certo perso la sua vena creativa. Nell’ultimo anno ha messo su un’acclamata autobiografia, “Hell is round the corner”, pubblicato il magnetico EP “20,20” e ora presenta il suo 14° album in studio, “Fall to Pieces”.
Registrato allo studio berlinese dello stesso a fine 2019, in questo disco i brani possono essere destabilizzanti; spesso brevi, terminano in modo quasi brutale, passando al successivo senza avvertire. Anche se le strumentazioni sono varie e passano dai synth a distorte linee compositive a campionature, i testi dei brani sono oscuri e densi. La musica di Tricky si è sempre affidata a voci femminili per portare avanti le idee: la maggior parte dei brani di “Fall to Pieces”, inclusa “Fall Please”, sono interpretate da Marta Złakowska, cantante scoperta durante un tour europeo, quando il nostro si è ritrovato senza voce femminile d’accompagnamento (e solista) nella serata di apertura.
Si tratta di un album devastante, mezz’ora di musica piena di ritornelli e groove capaci di calamitare immediatamente l’attenzione dell’ascoltatore. Sappiamo che il 2019 è stato un anno molto delicato per il musicista inglese: la pubblicazione dell’autobiografia lo ha convinto a ritornare al 100% alla musica, ad essere competitivo e a considerarsi uno del migliori artisti della musica britannica di tutti i tempi. Inoltre ha dovuto sopportare l’atroce dolore della perdita della figlia Mazy, concepita con la cantante Martina Topley-Bird, e tutte le conseguenze che il nefasto evento ha comportato.
Il disco si realizza intorno alla bassa battuta, ricco di una vena che si muove tra blues e pop. Ci sono blues oscuri e malefici quali “Hate this pain” che ripotano ai tempi di Nearly God, una ballata che ci porta tra le braccia di P.J. Harvey, con un utilizzo di chitarre, violino e beat, ambientazioni soul-blues funeree (“Throws me around”). Addirittura ci stupisce con un pezzo dal sapore folk centroeuropeo che si tramuta in dubhop (“Running off”)
Sono due i fattori che concorrono alla riuscita del lavoro, due donne. Una è la cantante di cui sopra che sembra far rivivere il rapporto perfetto che Tricky ebbe con la Topley-Bird nei primi due dischi. L’altra è la violoncellista classica Marie-Claire Schlameus che fornisce profondità, atmosfera e un particolare vibrato alla produzione.
Un’opera come da tempo non ascoltavamo uscire dalle mani di Adrian Thaws, aka Tricky, una delle più degne di nota degli ultimi anni!!!
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