TREVOR DUNN’S TRIO CONVULSANT AVEC FOLIE A QUATRE – ‘Seances’ cover albumSe pensavi che la folla di Hang Mike Pence and Three Percenters fosse solo un fenomeno del 21° secolo, lascia che ti presenti i Convulsionnaires di Saint-Médard, una setta cristiana del 18° secolo con le pratiche isteriche della coprofagia (sì, mangiare le feci), vomito da latte spontaneo e levitazione. Dopo che le autorità religiose stabilite hanno represso i Convulsionnaires, molti sono stati mandati in manicomio, ma altri hanno continuato con meno sedute spiritiche pubbliche o ‘sessioni’.

Il compositore e bassista Trevor Dunn porta alla luce questo movimento eretico per la sua terza registrazione Trio-Convulsant Séances.

Le due versioni precedenti “Debutantes & Centipedes” (Buzz Records, 1998) e “Sister Phantom Owl Fish” (Ipecac Recordings, 2004) sono state pubblicate in trio con, prima Adam Levy e Kenny Wollesen, poi Ches Smith e Mary Halvorson.

Qui amplia il proprio trio di Smith e Halvorson con il Folie À Quatre, un quartetto d’archi e fiati composto dal violoncellista Mariel Roberts, dal violino/viola di Carla Kihlstedt, dalla flautista Anna Webber e da Oscar Noriega al clarinetto basso e al clarinetto.

Dunn ha certamente esperienza con l’isteria e la frenesia come membro del gruppo rock Mr. Bungle, Fantômas e Tomahawk di Mike Patton, vari periodi con i Melvins, Starebaby di Dan Weiss e più progetti di John Zorn.

In quest’occasione la proposta rimbalza tra musica da camera, metal, blues country e jazz disincarnato, il tutto al servizio di questa isteria di massa underground.

Le composizioni di Trevor, per la maggior parte, iniziano abbastanza semplicemente, ma a tempo debito si dividono come l’ouverture “Secours Meurtriers” con tempi in chiave diversi e una logica apparentemente disponibile solo per i mistici.

I riferimenti all’heavy metal dell’ensemble da camera informano “1733” mentre la musica insegue la sua coda di serpente, esprimendo un pandemonio orchestrato. Il leader come coreografo, come gli anziani di questa setta del 18° secolo, è la mente dietro la frenesia. Nessuno dei quali, sorprendentemente, è presentato casualmente o a casaccio. Non è fino al brano finale “Thaumaturge” che riusciamo a riprendere fiato collettivo.

Disco che presenta una quantità di idee che lo possiamo paragonare ad un fiume in piena sul punto di esondare. Un altro centro pieno della Pyroclastic Records della pianista Kris Davis!!!


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