Per i Treetop Flyers, sei musicisti dalle tinte britanniche americane, questo quarto album sembrava che dovesse essere personale. Avevano superato la pandemia insieme a Londra, in un momento della loro vita in cui potevano guardare indietro quanto avanti. Un decennio dopo aver vinto l’Emerging Talent Competition a Glastonbury, avevano accumulato un notevole clamore e avevano il loro studio, The Cube a Stoke Newington.
Il chitarrista solista Laurie Sherman ha svolto molte funzioni nel ruolo di produttore perfezionista ed erano pronti a creare qualcosa che si fondesse con altri generi e si sentisse ‘vivo’. Come ha detto il cantante Reid Morrison: ‘Questo sono io, questo siamo noi, questo è ora’.
Quando la puntina cade su “Golden Hour”, la loro missione viene immediatamente svelata nell’atmosfera estremamente evocativa, fine anni ’60 / inizio anni ’70. Un calore avvolgente fluisce dagli accordi di apertura, poiché Morrison incarna lo stile e la potenza dei due Steve, Winwood e Marriott.
C’è più canto alla Winwood in “Castlewood Road”, poiché il sax di Geoff Widdowson conferisce alla traccia un autentico tocco blues. Il sole sta sorgendo e c’è la prospettiva di un gioioso ritorno a casa quando vengono richiamati a un indirizzo familiare: ‘Prepara il caffè forte, lascia la musica accesa, sto tornando a casa’.
“Dancing Figurines” è ispirato dalle emozioni trovate nelle vecchie lettere in cui Morrison si imbatte. L’atmosfera è impreziosita solo dal dolce mandolino e dal piano dinamico dell’ospite Richard ‘Dickie Fingers’ Coulson, che appare anche nel suono carnoso e rimbalzante di “100”.
Al centro di questo disco ci sono due tracce chiave. “Old Habits” fa ricordare a Reid vecchie conversazioni e pensieri che ‘hanno tardato ad arrivare’. Ancora i temi dell’album intorno alla maturità, raggiungendo una fase contemplativa, guardando indietro e meditando, anche essendo autocritico: ‘Posso essere molto veloce nel giudicare’. Gli dà la possibilità di ammettere che le vecchie abitudini sono dure a morire.
Accanto a questo, il fraseggio di “River” ricorda Van Morrison, mentre le melodie turbinano e i testi suscitano sensazioni passate, camminando e rotolando ‘come il fiume scorre’. Il sassofono registrato aiuta a costruire la nostalgia, mentre il cantante riversa il suo cuore su un uomo che aspetta sulla panchina e fuochi d’artificio nel cielo.
Se vuoi catturare l’essenza di Treetop Flyers in questo momento, tutto si cristallizza nel numero di chiusura, “Night Choir”. Mentre il pianoforte e le percussioni controllano la lenta costruzione, più voci si uniscono alla guida di Reid Morrison in questo sincero inno alla loro città natale. Come per il resto del lavoro, senti che i loro vari talenti e influenze sono stati forgiati insieme per un obiettivo comune!!!
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