TOMMY McLAIN – ‘I Ran Down Every Dream’ cover albumPer molte persone, chiamare un musicista una ‘meraviglia unica’ implica che hanno speso il proprio talento in un grande momento in studio e non hanno mai più evocato quel livello di abilità. Questa è spesso una falsità e Tommy McLain è un musicista il cui talento non si riflette nel successo della propria carriera discografica.

Nel 1966, McLain, nato in Louisiana, ha ottenuto un singolo di successo con una straordinaria cover di “Sweet Dreams”, resa famosa per la prima volta da Patsy Cline, che è arrivata al numero 15 delle classifiche pop. Tommy e la piccola etichetta che ha pubblicato “Sweet Dreams” non sono mai stati in grado di ricreare quel successo e così ha trascorso più di 50 anni a guadagnarsi da vivere suonando nei club e nei casinò in Louisiana, Mississippi e Texas, dove aveva una fedele base di appassionati, ricordato da pochi che non fossero fan ossessivi del pop delle paludi meridionali.

Ma quelli che stavano prestando attenzione sapevano che il nostro era un grande talento sottovalutato come cantante e cantautore, e alcune di quelle persone si sono fatte avanti per aiutarlo a realizzare un notevole album di ritorno, “I Ran Down Every Dream” del 2022.

Il produttore e chitarrista C.C. Adcock ha invitato due dei fan più noti dell’anziano musicista a scrivere canzoni con lui per questo progetto, ed Elvis Costello si aggiunge al rimpianto agrodolce del taglio del titolo, mentre il mix di arguzia e brutale onestà di Nick Lowe è un buon abbinamento per “The Greatest Show on Hurt”. Ma è chiaro che, mentre la produzione esperta di Adcock e la saggia scelta dei musicisti di supporto (tra cui il sostenitore del rock Cajun Steve Riley, la leggenda della tastiera di New Orleans Ivan Neville, il compositore e arrangiatore stellare Van Dyke Parks e l’uomo del Sir Douglas Quintet, il master del Farfisa Augie Meyers) hanno dato a McLain il miglior ambiente che non ha mai goduto in passato, sono i suoi doni come cantante e melodista che portano davvero lo spettacolo.

La voce di Tommy è più sgranata di quanto non fosse nella propria giovinezza, eppure la tristezza agrodolce nell’interpretazione è più forte che mai e, semmai, il suo fraseggio è ancora più efficace rispetto ai suoi lati degli anni ’60 e ’70. E come uomo che ha superato la dipendenza da droghe e alcol, ha lottato con la natura volubile del mondo della musica ed è sopravvissuto ad un attacco di cuore e alla perdita della propria casa per mano di un piromane durante la realizzazione di questo disco, ha viaggiato per alcune delle strade perdute della vita e le conosce bene.

Le sue canzoni sulla gentilezza e crudeltà dell’amore e sulla natura imprevedibile del destino hanno il tono straziante della verità, e “No Tomorrows Now”, “Livin’ on the Losin’ End” e “That’s What Mama Used to Do” sono commoventi e saggi, un superbo mix di esperienza di vita e talento ben affinato.

“I Ran Down Every Dream” è arrivato quando McLain aveva 82 anni, e se non è probabile che sia un successo così grande come “Sweet Dreams”, mette le cose in chiaro che era e rimane un artista che vale la pena conoscere!!!


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