“The Will To Live” è stato prodotto dal cantautore di Titus Andronicus, Patrick Stickles, e dal veterano canadese Howard Bilerman (Arcade Fire, Leonard Cohen) presso lo studio di registrazione Hotel 2 Tango di quest’ultimo a Montreal. Attingendo ai poemi epici rock massimalisti da “Who’s Next” a “Hysteria”, Bilerman e Stickles hanno creato il suono più ricco, denso e incisivo per Titus Andronicus mai realizzato.
Tutto in una volta, il disco corrisponde all’estensione e alla portata del lavoro più celebrato della band, affinando anche il loro ambizioso attacco con un effetto più efficace che mai. ‘Potrebbe sembrare ironico che siamo dovuti andare in Canada per registrare il nostro equivalente di “Born In The USA”’, scherza Stickles, ‘ma la ricerca di Ultimate Rock non conosce confini’.
Per la sua recente distensione e stabilità personale, attribuisce una ritrovata felicità domestica e un costante regime di salute mentale (‘Lamictal è una droga infernale’), nonché la resistenza di quella che è diventata la formazione coerente più longeva del gruppo – Liam Betson alla chitarra, RJ Gordon al basso e Chris Wilson alla batteria. Sul lato più crudele della medaglia, tuttavia, “The Will To Live” è stato creato in gran parte come tentativo di elaborare la morte prematura nel 2021 di Matt ‘Money’ Miller, il tastierista fondatore della formazione e cugino più stretto di Patrick.
Quando i nostri sono tornati sul palco, nel 2021, è stato per celebrare l’anniversario della loro svolta storica, “The Monitor”, e l’atto di suonare quel materiale prima che un pubblico estatico lasciasse la band determinata a pubblicare un LP che raggiungesse quelle stesse altezze, affidandosi questa volta meno al fuoco sconsiderato della giovinezza e più all’esperienza e alla prospettiva a cui una formazione arriva solo con innumerevoli spettacoli alle spalle.
Grazie a questa sezione aurea, Titus Andronicus è arrivato all’apice dei propri poteri creativi. Dalla sua strumentale apertura adrenalinica, “My Mother Is Going to Kill Me”, alla sua malinconica benedizione di chiusura, “69 Stones”, il nuovo rilascio evoca un vasto paesaggio e manda l’ascoltatore su un razzo da cima a cima vertiginosa. I fan del rock si ritroveranno ad una festa, sia che bramino inni brucianti come “(I’m) Screwed” e “All Through the Night”, ginnastica lirica a fuoco rapido (“Baby Crazy”), punk sinfonico (“Dead Meat”) o un’avventurosa escursione nell’oscurità che regala brividi, mentre sfreccia audacemente oltre i sette minuti, “An Anomaly”.
Come se non bastasse, “The Will To Live” presenta contributi eccezionali da parte dei membri di The Hold Steady, Arcade Fire e The E Street Band, oltre a Betson, l’ex batterista dei Titus Andronicus, Eric Harm, e Josée Caron dei Canada’s Partner. Il lavoro è confezionato con una splendida opera d’arte a tripla apertura dell’illustratrice Nicole Rifkin, una Hieronymus Bosch–trittico ispirato che rispecchia la struttura in tre parti del pericoloso viaggio del narratore attraverso i tre lati corrispondenti del vinile. Non rimane che adagiarsi in poltrona, premere start e farsi investire da un’ondata di Ultimate rock!!!
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