TIM BERNARDES – ‘Mil Coisas Invisiveis’ cover albumUn cantante folk, un sognatore, un’anima. Nel suo secondo album appena pubblicato, “Mil Coisas Invisíveis”, Tim Bernardes di San Paolo porta il proprio esistenzialismo diaristico in una vibrante vita sonora.

Che sia accompagnato solo dalla propria chitarra o circondato da percussioni a battiti di mani, arrangiamenti di archi gonfi e fiati in sordina, rivendica la sua pretesa di cantore aggraziato e serio, unendosi ai ranghi dei connazionali Jorge Ben, Caetano Veloso e Clube da Esquina.

Il titolo dell’album si traduce in “A Thousand Invisible Things”, Bernardes contempla la sua esistenza in questioni sia minute che grandiose, intrecciando il quotidiano e il mondano con la grande meraviglia di esistere semplicemente. Grato di essere nel mondo nel suo dolore tanto come sua gioia, attraverso quindici canzoni cantate in un bellissimo e tenero portoghese, estrae amore, perdita e cambiamento con uguale splendore e in sontuosi arrangiamenti MPB.

Con “Nascer, Viver, Morrer”, il disco si apre con uno sguardo al cielo e una morbida melodia cadenzata, con Tim sbalordito dal gioco magico della vita e della morte. Nel suo modo gentile, quasi levitante, appare pienamente libero e presente: ‘Nel mondo, nella mente, nel sogno e nell’essere, nel raro momento infinito, per vivere’.

Da qualche parte, sulla vivace e impettita “A Balada de Tim Bernardes”, si sveglia dal sogno della sua defunta nonna sorridente e trascorre il resto della giornata contemplando l’inevitabile trasformazione dalla nostra forma terrena. ‘E perché non cantare?’, chiede, accettando allegramente e permettendo a sé stesso di cantare: ‘la la la’. E prima che tu te ne accorga, anche tu stai sorridendo, ridendo e cantando insieme…

Bernardes ha affascinato il pubblico globale con il delicato equilibrio tra i suoni visti nella tradizione brasiliana e l’indie e il folk contemporanei che è profondamente caldo, intimo, emotivamente risonante e curativo. Ha collaborato con artisti del calibro di Fleet Foxes, Tom Zé, David Byrne, Gal Costa, Devendra Banhart, Shintaro Sakamoto e altri. Il nuovo rilascio è il suo secondo da solista, dopo il debutto nel 2017 “Recomeçar”. Il disco è stato scritto principalmente durante un tour con il suo acclamato gruppo tropicale-indie O Terno, e verso il 2020, quando ha deciso di ritirarsi dal tour e concentrarsi su nuove canzoni. Ne è emerso un lavoro generoso e intimo, una serie di meditazioni sulla trasformazione metafisica di fronte a una grave incertezza.

Il primo singolo, ‘Nascer Vivier Morrer’ apre l’LP, ripercorrendo il viaggio della vita dalla nascita alla morte. Una delle ultime canzoni scritte, Tim sente che collega il resto delle composizioni del disco: ‘Capisco l’aspetto dell’album dall’esterno e capisco come abbia accentuato questo cambiamento consapevole in me’. La traccia dice molto in poche parole, meditando sull’esperienza magica dell’esistenza e della presenza. Gioiosa e introspettiva, è accompagnata da una semplice strumentazione e da voci stratificate che rendono il pezzo straordinariamente intimo.

‘Questa è una canzone molto breve che quando l’ho scritta l’ho sentita adatta come una specie di apertura al set. I brani hanno delle vibrazioni diverse tra loro, ma sento che questa li collega in un modo molto sintetico, per dire molto con poche parole. Sul ‘solo essere’, su quanto sia magica l’esistenza. Sull’esserci e sull’essere assenti nella vita. Come dice la canzone, nel raro momento infinito, vivere il pensiero di Tim a proposito di “Nascer Vivier Morrer”.

Un autore che riesce ad unire fase compositiva ed esecutiva in un tutt’uno, una capacità di concedersi totalmente all’ascoltatore. Non sono tanti i musicisti che vi riescono, approfittatene!!!


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