THE SOFT PINK TRUTH – ‘Was It Ever Real EP’ cover albumOgni titolo di album dei The Soft Pink Truth ha posto una domanda, a cominciare abbastanza innocentemente dal debutto del 2003 “Do You Party?”. Ma negli ultimi due decenni, le domande sono diventate più profonde e filosofiche, come il titolo che cita la Bibbia del 2020 “Shall We Go on Sinning so That Grace May Increase?”.

Drew Daniel è meglio conosciuto come una metà dei Matmos, il duo elettronico sperimentale che ha formato con MC Schmidt a San Francisco nel 1997, prima che la coppia si trasferisse a Baltimora, dove Daniel insegna alla Johns Hopkins, nel 2007. Sui loro dischi e produzioni per altri artisti, in particolare Björk, Matmos sono noti per il campionamento di oggetti domestici, o anche per i suoni dei chirurghi che operano su un corpo umano, e per l’organizzazione di quei suoni apparentemente non musicali in una bella musica. Il lavoro di Daniel come The Soft Pink Truth tende a utilizzare la tavolozza di musica dance più convenzionale di drum machine, sintetizzatori e strumenti dal vivo occasionali. Ma i concetti alti ambiziosi sono ancora nel menu, spesso con sottotesti emotivi o politici più pronunciati.

L’EP in questione è un ‘mini-album’ in edizione limitata, con una title track di chiusura che non offre necessariamente alcun indizio su cosa significhi la domanda sulla copertina. È l’unica traccia strumentale, a metà strada tra una confortante traccia chill-out alla fine di un set di musica house e il sinistro noir di “Twin Peaks” di Angelo Badalamenti, con un’improvvisazione estesa dal chitarrista ospite Mark Lightcap. Al contrario, “You Don’t Know (The Full Rose of Dawn)” è un lussureggiante pezzo di piano house che potresti plausibilmente inserire in un DJ set accanto al grande successo dance estivo di Beyonce, “Break My Soul”.

È contenuta una cover di “The Anal Staircase”, la traccia di apertura dell’album del 1986 del gruppo inglese Coil “Horse Rotorvator”, una versione spartiacque nel genere industriale. La versione di Soft Pink Truth ha un suono più caldo e appetibile rispetto al mix fragoroso e caotico di quella originale, trasformando gli aspri arpeggi di synth dell’outro in una sezione di fiati jazz.

Negli ultimi anni, i nostri hanno fatto un po’ di nicchia con le cover che trasformano parte della musica abrasiva mai realizzata in qualcosa che cattura l’euforia comune della musica dance. “Why Do the Heathen Rage?”, del 2014, ha trasformato i classici del black metal underground in brani techno propulsivi e “Am I Free To Go?”, del 2020, canzoni crust punk degli anni ’80 adattate in modo simile.

Questo EP funziona come un antipasto, visualizzando in anteprima l’Lp prossimo venturo nel brano di apertura, “Is It Going To Get Anyer Deeper Than This? (Mix camera oscura)”. Ma il rilascio di 23 minuti è un pasto generoso di per sé, abbastanza lungo da poterti perdere nei suoi ritmi coinvolgenti.

“Was it Ever Real?” fa parte di una serie di pubblicazioni in edizione limitata su Thrill Jockey Records, che celebra quest’anno il 30° anniversario della leggendaria etichetta indipendente. Thrill Jockey ha sede a Chicago per tutta la sua esistenza, ma negli ultimi 15 anni l’etichetta ha acquisito l’abitudine di firmare artisti con sede a Baltimora, tra cui Future Islands, Daniel Higgs, Double Dagger, Arboretum, Dustin Wong e Peals. E negli ultimi dieci anni, sia Matmos che The Soft Pink Truth hanno registrato per l’etichetta!!!


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