Ci fu un periodo negli Anni ’80 in cui la scena di Minneapolis fu al centro della musica americana, non solo underground ma pure mainstream. Basta citare il più famoso, Prince, e poi richiamare alla vostra memoria Husker Du e Replacements, quindi campioni d’incassi ed alfieri di una scena indipendente che coloro che l’hanno vissuta ancora la portano nel cuore e nella mente. I Replacements nacquero nel 1979 formati da quattro ragazzi giovanissimi di origini proletarie che davano voce ai problemi quotidiani dell’adolescente medio, mentre gli Husker Du, in particolar modo Bob Mould, si imposero come i portavoce intellettuali. Le influenze dei Mats (così venivano chiamati i Replacements dai loro fans) erano tra le più svariate, da Marc Bolan ai Big Star, da Alice Cooper agli Small Faces. All’inizio li possiamo inserire nella scena hardcore locale, ma più il tempo passa e tento più entrano in gioco elementi come il folk ed il pop che li differenzia dai gruppi ad essi vicini e che li rende appetibili su vasta scala. La svolta avviene alla fine del 1984 con la pubblicazione su Twin/Tone Records di ‘Let It Be’ che ci mostra i Mats in una dimensione di suono più aperta con chitarre brillanti e voci graffianti. La band è composta da Paul Westerberg, voce e chitarra, Bob Stinson, chitarra solista, dal fratello Tommy, basso e da Chris Mars, batteria. Molte sono le ballate piene di pathos, ‘Unsatisfied’ e ‘Sixteen Blue’, su cui la voce aggressiva e senza un domani di Paul va a nozze. Solo ‘Favorite Thing’ e ‘Tommy Gets His Tonsils Out’ richiamano il suono dei dischi precedenti e ‘We’re Comin’ Out’ è l’unico pezzo di matrice hardcore. Una novità è nell’utilizzo del piano che sembra registrato in un’altra stanza in ‘Androgynous’, il power pop di ‘Black Diamond’. ‘Seen Your Video’ è un pezzo quasi interamente strumentale, ed un punto di rottura notevole con il passato. I vertici dell’album sono rappresentati da ‘I Will Dare’ e ‘Gary’s Got A Boner’ che richiamano il rockabilly, ma non in senso revivalistico, piuttosto riletto in chiave personale e ‘Answering Machine’ per chitarra distorta e voce urlata, forse il massimo capolavoro in termini di scrittura da parte di Westerberg. L’opera fu prodotta da Peter Jesperson, uno dei fondatori della Twin/Tone e vede la partecipazione di Peter Buck dei R.E.M. durante le sessions di registrazione. Il momento era arrivato ed i nostri firmarono per una major, la Sire Records e l’anno seguente pubblicarono ‘Tim’ prodotto dal batterista dei Ramones, altro grande disco da tramandare ai posteri, ma è con ‘Let It Be’ che dovete iniziare a conoscerli e comprenderete perché ancora oggi siano così tanto amati.

Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *