Nel 2017, il trio punk del Queensland, The Chats ha pubblicato il proprio singolo virale “Smoko”. Il video musicale della canzone – raffigurante principalmente la band che si esibisce e recita in un cantiere edile – ha un budget esilarante, veramente quasi inesistente, evocando una deprecazione punk ‘in on the joke’ che pompa attraverso l’EP “Get This in Ya” e il disco di debutto del 2020, “High Risk Behavior”, come il sangue non si potrebbe mai spacciare per effetto speciale.
Questa è l’etica del lavoro di The Chats in poche parole – c’è pochissima etica del lavoro. Fedele alle favole aneddotiche delle pause fumo, il trio ha registrato il secondo rilascio, “Get Fucked” in brevi turni quotidiani che faranno vergognare anche i giornalisti musicali online, interrotti dalle pause pranzo costituite principalmente da gite al pub. Puoi giudicare, ma quando grida di raduno punk della vecchia scuola come “I’ve Been Drunk in Every Pub in Brisbane” emergono da questo approccio all’esistenza da birra, è sicuramente più probabile che diventi un fan che uno scherno.
Se nel primo lavoro la band aveva virato verso un garage & roll irriverente e divertente, ma più di sostanza rispetto al succitato singolo, adesso il trio va oltre, tagliando senza mezzi termini verso un suono rude e potente. Non mancano i testi nonsense e l’ironia sulla cultura Aussie veicolata dallo slang, ma qui si viaggia dalle parti di un punk rock in salsa lo-fi inferocito à la Rip Off (“6l Gtr”), sapienti farciture di Stooges (“Out On The Street”) – o vista la provenienza geografica sarebbe meglio dire di Radio Birdman – e tirate praticamente hardcore.
13 pezzi tutti chitarre grattugiate e stacchi selvaggi a scivolare tra corse in campo aperto (“Struck By Lightning”), incisi ramonesiani al fulmicotone (“Boggo Breakout”), visioni à la Richard Hell (“The Price Of Smokes”), Damned sparatissimi (“Panic Attack”), cattiverie Dead Boys (“Dead on Site”, “Out On The Street”), Buzzcocks della prima ora (“Paid Late”, “Emperor Of The Beach”) e furia cieca (“Southport Superman”). Highlights che dimostrano come il punk rock, più che di pose, sia una questione d’attitudine, inclinazione e soprattutto talento.
Sono senza filtri, timidi per le aziende e incanalano felicemente la mentalità ‘fai-da-te’ dei Fugazi o la scena di Olympia degli anni ’90, pubblicando persino materiale sulla loro etichetta, Bargain Bin. Questo è un eccesso punk; “Get Fucked” è molto più in anticipo rispetto al comportamento ad alto rischio; più grintoso, più urlante.
Sostituendo l’ex chitarrista Josh Price, i riff di Josh Hardy sono pruriginosi e frenetici, e si abbinano agli scontri incazzati delle esibizioni del cantante/bassista Eamon Sandwith. Hardy combina riff hardcore veloci, ma balbettanti, con un assolo quasi da virtuoso in “Boggo Breakout”, rampante e lamentoso come quelli che escono di prigione, raffigurati nei suoi testi. Il modo di suonare il basso di Sandwith segue l’esempio, combinandosi con Josh e il batterista Matt Boggis in “Panic Attack” per produrre un ritmo che emula il battito cardiaco veloce e pesante che viene fornito con un attacco di panico.
Combina tutto quanto sopra con lo stile di produzione da garage di Cody McWaters, e avrai un suono di ritorno al passato come anti-autorità con brani quali “Ticket Inspector”, che urla nasalmente in faccia a coloro il cui potere è andato alle loro teste, con linee di chitarra meravigliosamente disordinate.
C’è un’inaspettata gradevolezza in “Get Fucked”, in mezzo agli antagonismi che sicuramente arriveranno con un Lp con quel titolo. Le storie del disco sono esplicite e animate come lo stile di interpretazione, molto meglio di un lavoro desideroso di perdersi nella propria poesia, anche se si può scrollare di dosso le intenzioni di The Chats come commedia. Ma c’è anche da dire che il presente rilascio funziona anche se ti ricorda solo il meglio del passato del punk. Ci sono così tante formazioni decise a mantenere il punk senza età, e i Chats hanno dato il loro contributo vivace e frastagliato; pezzi sotto i due minuti, quattro accordi, piscio e aceto; il punk vive ed è più pazzo che mai!!!
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