STEVE VON TILL: “A Deep Voiceless Wilderness” cover album“A Deep Voiceless Wilderness” è l’album solista di Steve Von Till, uscito il 30 aprile via Neurot, in concomitanza con il lavoro di spoken word “Harvestman 23 Untitled Poems”. Un disco di composizioni ambientali dalla forte inclinazione neoclassica, che rimanda alla visione di compositori contemporanei come Jóhann Jóhannsson, Brian Eno e Gavin Bryars, presentato dalla label come una «riflessione allucinata ed elegante sul nostro distacco dal mondo naturale, degli esseri umani gli uni dagli altre e infine da noi stessi». La raccolta è stata anticipata da “The Emptiness Swallows Us All”, struggente traccia che aumenta paesaggi à la ‘Discreet Music’ con forti tensioni neo-folk e tagli granulari sintetici.

Steve Von Till ha fatto il lavoro di una vita cercando l’elementale. Con una discografia solista che risale a più di due decenni fa, ha lavorato duramente in un regno delle ombre, staccando strati di realtà in una ricerca senza fine del vero significato e emozione pura.

“A Deep Voiceless Wilderness” toglie il velo ancora di più. Un lavoro ambient di una bellezza dolorosa con tendenze neoclassiche, l’album è una riflessione allucinatoria ed elegante sulla nostra disconnessione con la realtà che ci circonda.

Per alcuni ascoltatori, l’album potrebbe ricordare il lavoro di compositori moderni come Jóhann Jóhannsson, Brian Eno o Gavin Bryars. Per Von Till, si tratta di arrendersi allo spirito del luogo e all’intento originale dietro il suo album solista del 2020, “No Wilderness Deep Enough”. Quell’album segnò una prima significativa per Steve: era il suo primo disco da solista senza chitarra in mano. Invece, Von Till ha intonato testi potenti e stimolanti su pianoforte, violoncello, mellotron e sintetizzatori analogici.

“A Deep Voiceless Wilderness” è lo stesso album senza le parole di Von Till. ‘È così che ho sentito originariamente questo brano musicale’, dice. ‘Senza la voce come un’ancora o una narrazione terrestre, questi pezzi hanno un’apertura alare più ampia. Diventano qualcos’altro completamente e si svolgono in un modo più espansivo. La profondità dei sintetizzatori, giustapposta agli archi e al corno francese, ha spazio per svilupparsi e consente all’ascoltatore di immaginare la propria storia’.

Non c’è traccia di qualsiasi aspetto cantautorale, non essendoci la voce quello che ascoltiamo sono le immagini, i pensieri, le emozioni che suscitano i suoni, quasi fossero parte di una colonna sonora. I brani sono dilatati, ampi, molto rallentati, le linee melodiche ben pensate e composte di bordoni e note di piano, ogni tanto percosse da inserimenti elettronici e da effetti spaziali.

Il risultato finale non modifica la profondità del suo animo e ancora si sente chiaramente quell’esistenzialismo ineluttabile che era caratteristica dei Neurosis. Steve Von Till si dimostra un vero artista, uno dei pochi per cui mai si rinuncia ad una sua uscita!!!


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