STEVE STRONGMAN: “Tired Of Talkin’” cover albumIl pluripremiato cantante, compositore e chitarrista blues canadese Steve Strongman è stato a lungo apprezzato nel suo paese d’origine e oltre come musicista dedicato, talentuoso e versatile. I Multiple Maple Blues Awards e un notevole Juno Award for Blues Recording of the Year si aggiungono ad un curriculum che include l’apertura per musicisti del calibro di B.B. King, Buddy Guy e Johnny Winters. Detto questo, è bello vedere l’uscita 2019 di Strongman “Tired of Talkin’” ricevere una possibilità internazionale molto giustificata sull’etichetta Stony Plain.

“Tired of Talkin’” è il settimo album di Steve, registrato ad Hamilton, Ontario e Nashville, con un interessante gruppo di musicisti. Insieme al leader, che suona elettrico, acustico, dobro e armonica, abbiamo Dave King (i cui crediti includono il lavoro con T-Bone Burnette, Ben E. King e altri) alla batteria e il bassista Colin Lapsley. Per le sessioni di Nashville, il personale comprende Pat Sansone (Wilco), il chitarrista Audley Freed (Black Crowes), più il sempre affidabile Jesse O’Brien (pianoforte) e James Haggety (basso). I cori sono forniti da Ella e Scarlett Strongman.

Undici delle dodici tracce sono scritte o co-scritte da Steve, che inizia con la title-track, “Tired Of Talkin”, uno spavaldo blues-rock che batte gioiosamente con un sacco di muscoli e più di un po’ di buon umore. ‘Hai il tipo di sguardo, che mi mette davvero ko’, canta il chitarrista. Per tutta la sua padronanza della sei corde, la voce del nostro è altrettanto impressionante, potente ed espressiva. La band suona bene, con un bel pianoforte che ricorda gli eccezionali contributi di Ian Stewart ai Rolling Stones.

“Still Crazy ‘Bout You” è un affascinante numero mid-tempo. Questa è una traccia di spicco, con ornamenti slide-guitar, piatti saltati e una struttura di canzone solida e altamente eccitante. “Can’t Have It All” è un blues elettrico, sostenuto da un’armonica frenetica. La canzone si mescola sul palco come James Brown, che si dimena saltando e scherzando. La batteria di King è qualcosa di speciale, dura ma con più di un pizzico di swing. “Livin’ The Dream” è un altro promemoria della versatilità di Strongman in termini di materiale. Questo è un rock adorabile, rimbalzante, simile a Springsteen, immensamente disponibile ma con abbastanza torsione e verve da giustificare ripetuti ascolti.

La produzione è pulita, discreta e ben bilanciata. Tutto è lucido e chiaro, ma non troppo laccato e squadrato. Nei suoi momenti più eccitanti, è consentito un po’ di sanguinamento, in modo che gli strumenti e le voci turbinino insieme in modo cinetico. Su tracce più rilassate, come il commovente “That Kind Of Fight” basato sulla chitarra acustica, è permesso più spazio, creando una sensazione ariosa e fluttuante. Quella particolare canzone è uno stand-out, un numero più lento ben affinato pieno di pathos, con un arrangiamento sottile e sfumato.

“Highwayman”, al contrario, risale ai primi tempi del blues, un gemito lamentoso, che mette in mostra un’esistenza piena di guai e alla deriva, chitarra sferragliante e classiche ed emozionanti corse blues. Questa traccia mostra l’innato senso del tempo di Strongman, le sue abilità comunicative e la sua affinità per i suoni del Delta. Una cover di “Let’s Stay Together” di Al Green chiude lo spettacolo, un tributo ricoperto di miele a una canzone meravigliosa. Steve e la compagnia riescono a strappare qualcosa di nuovo da questo classico, aggiungendo più toni blues alla sensazione.

Per i neofiti di Steve Strongman, “Tired Of Talkin’” è un forte documento delle sue notevoli capacità. I fan di lunga durata si divertiranno in questa raffinata collezione!!!


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