STEVE GUNN & DAVID MOORE – ‘Let The Moon Be A Planet’ cover albumPer questo progetto, il cantautore e chitarrista camaleontico Steve Gunn ha collaborato con il pianista minimalista e collega newyorkese David Moore per creare un nuovo dialogo musicale, inizialmente a distanza, esplorando le improvvisazioni di ogni musicista. Significativamente, le sessioni sono avvenute in un momento in cui Gunn stava sperimentando con la chitarra classica, uno strumento dal suono più caldo rispetto alla sua solita corda in metallo e uno che informa il carattere prevalente di questo set meditativo di strumentali.

L’atmosfera è meditative, ma sperimentale, con ogni musicista che ha la libertà di esprimere la propria personalità musicale. È interessante notare che Steve affermi che inizialmente l’obiettivo non era fare un album ma solo creare, un fattore che forse si aggiunge al suono libero e sicuro del prodotto finito.

Canzoni come “Painterly” vedono David stendere accordi molto distanziati che invitano il chitarrista a suonare note più intricate sulla sei corde, dando al pezzo una sensazione contraria di calma e inquietudine. “Morning Mare” ha la chitarra del nostro che suona più contenuta, plasmando ritornelli sciolti su accordi di pianoforte più brillanti, ma ancora radi. Come molte delle tracce qui, c’è una qualità lo-fi, ma cinematografica, nella musica, e tale è lo spazio lasciato nel suono che una successione di immagini e paesaggi confusi fluttuano nella mente.

Un pezzo particolarmente interessante è “Paper Moon”, dove il suono intimo e caldo di brani come il precedente “Libration”, in cui la sonorità del pianoforte è vicina e abbastanza lussureggiante, viene leggermente distanziato dall’ascoltatore, conferendo al taglio un aspetto più delicato e fragile. È fatto in modo così sottile e il cambiamento è così leggero che richiede un ascolto attento, ma questo sembra essere il punto dell’album nel suo insieme.

Come allontanamento dal solito approccio ‘orientato ai dettagli’ della coppia nel fare musica, “Let the Moon be a Planet” sembra improvvisato e libero in natura. Tuttavia, le sue naturali idiosincrasie e le sue raffinate sfumature invitano e premiano l’ascolto profondo, un’esperienza silenziosamente ricca, contemplativa e soddisfacente!!!


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