https://www.youtube.com/watch?v=-T6whH6-wK4 cover albumIl co-fondatore di Cabaret Voltaire, Stephen Mallinder, torna con un secondo lavoro di acid house e spavalderia disco con i tipi della Dais.

Mallinder distilla la propria fusione caratteristica di synth minimale, giochi di parole obliqui e ‘wonky disco’ in un’affascinante suite ritmica matura per la nostra era di escalation: tick tick tick. Canalizzando il malessere temporale del lockdown attraverso una tavolozza più lussureggiante di elettronica modulare e archi stereo, le canzoni abbracciano ambiguità e plasticità, sistemi sciolti di circuiti percolanti e funk airless. Registrato in una manciata di sessioni ai MemeTune Studios in Cornovaglia con il frequente collaboratore Benge (alias Ben Edwards), Mallinder non cita alcuna premessa estetica guida per la raccolta oltre a campanaccio in ogni traccia e del tutto senza riverbero.

Dal primo groove cibernetico a spirale dell’opener “Contact”, le dinamiche spaziali del disco sono disorientanti e asimmetriche, alternativamente fredde e sensuali, oppiacee e claustrofobiche. Ma, in tutto, ‘il ritmo è l’impostazione predefinita, il fondamento, l’elemento costitutivo – anche le melodie sono ritmiche’.

In oltre 40 anni di esperienza nella musica elettronica, il senso del tempismo e del tempo di Stephen si è affinato in un raro livello di maestria, agile e fluido, ma annodato da strani attriti. Le sfumature dell’industrial technoide di Detroit (“Ringdropp”, “Shock to the Body”) sfumano in new-wave punk-funk (“Guernica Gallery”, “Galaxy”, “The Trial”), ‘bad trip’ IDM (“Wasteland”) e ‘jittery vapor’ house (“Hush”), alle soglie di modalità sia familiari che estranee.

Dal punto di vista dei testi, il disco è ugualmente evasivo, ricco di allusioni e linguistica associativa, che esamina nozioni liquide di rumore sociale, rovina ecologica, pretesa del mondo dell’arte e prove della vita quotidiana.

Ma la mancanza di un significato fisso rimane la musa principale del nostro: ‘La musica dovrebbe coinvolgerti; i testi dovrebbero farti pensare. La maggior parte delle interpretazioni sono illustrazioni errate’. Questa è musica di conti alla rovescia e ‘comedown’, piaceri fugaci e futuri opachi, che osservano il grande declino, mentre danzano sulle sue ceneri. Il flusso è immortale e per sempre; il resto, illusione: ‘Sarò una figura costante / Sfarfallio di un’immagine in movimento / Girando per sempre nella tua testa / Diviso ma tenuto insieme’.

Sensualità ed ipnosi procedono insieme in questo progetto messo a punto dall’ex Cabaret Voltaire, che ne conferma la statura!!!


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