SPIRITUALIZED – ‘Everything Is Beautiful’ cover album“Everything Was Beautiful” è il nuovo album degli Spiritualized. Il disco arriva a quattro anni dalla precedente prova “And Nothing Hurt”, ancora una volta via Bella Union, e con una copertina a far riferimento a condizioni mediche e in questo caso a prescrizioni farmaceutiche.

A differenza del recente passato, le registrazioni della nuova prova non sono avvenute in una stanza dell’abitazione londinese del leader Jason Pierce, ovvero J. Spaceman, ma in ben 11 differenti studi di registrazione e con la partecipazione di numerosi ospiti, compresa la figlia Poppy e il sodale John Coxon, oltre a una sezione di archi e ottoni, cori e campanelli e campane della Whitechapel Bell Foundry. Pierce ci suona ben 16 strumenti. Ad anticiparlo, “Always Together With You”, brano già noto ai fan della band con il nome di “Always Forgetting With You (The Bridge Song)” contenuto nella compilation Lefse del 2014 “The Space Project”.

La nuova versione del pezzo ne sviluppa una naturale metamorfosi in senso spectoriano, un wall of sound che alla base ha le chitarre anziché l’elettronica e che mostra tutta la sua potenza in un ritornello infinito fatto di strati di suono a rimandare alle produzioni degli anni 60s dalla porta di gospel, soul e doo-wop, archi e grandeur pastorale al seguito. Torniamo dalle parti di “Ladies and Gentlemen We Are Floating in Space” ma anche del sopracitato “And Nothing Hurt”, ovvero a quell’idea di ‘canzone-tutto, trascendentale-ma-melodica’. Brani che partono semplici o che lo sembrano all’inizio, ma che immancabilmente lievitano e si aprono fino a diventare mini-sinfonie.

Parlando, in una dichiarazione, sul disco, che ha attraversato una serie di diversi mix e fasi demo, Jason ha detto: ‘C’erano così tante informazioni su di esso che la minima mossa lo sbilanciava, ma girare in tondo è importante per me. Non come stai perdendo il controllo, ma vai in giro e in giro e ad ogni rivoluzione, ti tieni al buono ogni volta. Certo, ricevi anche degli errori, ma ti aggrappi anche ad alcuni di quelli, ed è così che in un certo senso… raggiungi. Bene, ci arrivi’.

Dopo l’apertura citata sopra è il turno di “Best Thing You Never Had”, un boogie sospeso nell’etere con assolo di chitarra wah-wah, un coro gospel e fiati di impronta jazz a fornire spessore. “Let It Bleed” si presenta sotto forma di ballata per incanalarsi nell’aspetto di spiritual, “Crazy”, pure lei una ballad, con profumi e sapori westcostiani.

“Mainline” lo si può descrivere come un gospel pensato dai Kraftwerk, con la voce che entra a metà del brano, mentre “The A Song (Laid in Your Arms)” è un pezzo nelle corde del nostro con un finale da fuoco e fiamme. “I’m Coming Home Again” si muove narcolettica e barcollante prima della chiusura tirata e coinvolgente.

Sembra un disco dai connotati biblici, perdizione e redenzione, un lavoro la cui cifra stilistica è perfettamente nei canoni degli Spiritualized. Perfetto per coloro che non li conoscono, un po’ meno per gli adepti che conoscono la poetica di Jason. Forse sarebbe necessario un leggero cambiamento che il nostro saprebbe sicuramente attuare. Pur con questa piccola riserva ancora un disco che sa farsi ascoltare ed apprezzare!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *