Una delle band degli anni ’80 i cui concerti sono stati più ampiamente documentati dalle registrazioni sul campo erano i Gun Club. Il che ha senso: quando erano al top del loro gioco, erano uno dei live act più imprevedibilmente esplosivi dell’epoca. Il frontman Jeffrey Lee Pierce è andato al ‘grande whisky bar’ del cielo nel 1996, ma il gruppo rimane un’influenza fondamentale sulle colonne sonore delle band blues che hanno seguito la loro scia.
La novità è che c’è una ristampa dei nostri, due brani scelti appena usciti come singolo in vinile a 45 giri, dall’album “Miami” del 1984 della band. Con i suoi strati di acuti Telecaster, l’incalzante “Fire of Love” – una cover di Jody Reynolds – sfrigola ancora. Il rovescio della medaglia, “Bad Indian” è ancora più acuto e più vicino al garage rock diretto.
Per gli irriducibili del gruppo di Jeffrey Lee Pierce, c’è anche un nuovo album in vinile, “Soulsuckers on Parade”. In questa sessione improvvisata e dal vivo in studio del 1984, Pierce è supportato dalla maggior parte dei Blasters: il chitarrista Dave Alvin, il pianista Gene Taylor e il batterista Bill Bateman, oltre al bassista dei Green on Red, Jack Waterson. Questa roba circola nelle cassette underground e poi sul web da quasi quarant’anni.
Il lato A è la jam casuale, di diciassette minuti, “Walking Down the Street Doing My Thing”, che si presenta come una fregatura degli Stooges, fino al trash-talking di Pierce, il ‘take it down you-all’ e il tintinnante pianoforte. È impossibile pensare che Jeffrey non avesse ascoltato l’album “Metallic KO” e abbia pensato tra sé: ‘Posso farlo anche io’. Anche il primo album dei Violent Femmes e i Doors sono evidenti punti di riferimento. Da rimanere a bocca aperta per quel senso di primitivismo R’n’R e per la profondità delle pulsioni emanate tra le pieghe del suono.
Il lato B ha due brani blues, il secondo è costituito da due riprese di “Not Supposed to Be That Way” di Willie Nelson. Alvin spara un riffage blues di Chicago memorabilmente sfrenato, a metà strada tra Hendrix e il blues elettrico di ‘Windy City’. È un accenno allettante del talento che avrebbe potuto renderlo uno dei più grandi chitarristi solisti della sua epoca se fosse rimasto fedele invece di seguire la strada del cantautore. Pierce, che suona come un ubriacone, ha il coraggio di assalire i suoi compagni di band per aver emulato un suono di Detroit. Ci sono anche un paio di cover rock usa e getta qui. Dave e Jeffrey Lee, le due menti pensanti dietro al progetto, danno una versione al fulmicotone di “Piano Jam” di Allen Toussaint e stravolgono “New Wave of Walkin’” di Fats Domino. La tradizione è al centro del discorso, ma l’interpretazione lancia una sfida alla classicità.
È un ripercorrere strade che avevano accompagnato il mio percorso giovanile in musica, rabbia rock e un mal di vivere diffuso agli albori degli eighties. Conoscenza delle radici, venerazione del passato, ma imbastardito con il punk per una resa brutale dovuta all’anonimato della provincia americana!!!
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