SESSA – ‘Estrela Acesa’ cover album“Grandeza” arrivò su una calda e dolce brezza tropicale, trascinato da un temporale. Nel suo album di debutto del 2019, il cantautore di San Paolo (nata Sergio Sayeg) ha creato canzoni sparse ed ipnotiche costruite con elementi semplici – per lo più solo chitarra e voce con corde di nylon, a volte solo basso acustico – portando all’era moderna un tipo di musica unicamente brasiliana, con un suono intriso di samba e tropicália. Ma nei suoi momenti più idiosincratici, la serenità carismatica di Sergio finiva per essere interrotta, nel migliore dei modi, da un’esclamazione di clacson su “Sangue Bom” o da una svolta da sinistra in free-jazz su “Tonto”. È facile abbandonarsi completamente alla musica in modo così dolce e meravigliosamente affascinante, ma ogni tanto il nostro fa una svolta inaspettata in un terreno più selvaggio, per non lasciare che le sue sottili grazie svaniscano in secondo piano.

Su “Estrela Acesa”, il suo secondo LP e il primo ad essere pubblicato dalla Mexican Summer, l’artista brasiliano arricchisce la propria affascinante tropicália folk con strati di archi e arrangiamenti più completi, eliminando per lo più alcuni dei suoi adattamenti più giocosamente strani. Eppure, partendo da una tela così rigida, permette che i cambiamenti più sottili abbiano l’impatto più significativo.

“Músic”, che in effetti è una canzone sulla musica, è costruita principalmente attorno ai groove di basso e percussioni manuali, quindi quando gli arpeggi di chitarra alla fine iniziano ad avvolgersi attorno alla linea di basso, sembra una jam session insolitamente piena e dinamica. Arrangiamenti d’archi inebrianti rubano la scena in “Helena” e “Sereia Sentimental”, e c’è un funk cinematografico quasi alla Gainsbourg che sottolinea la grandezza di “Dor Fodida”.

Sebbene gli arrangiamenti più intricati di Sessa conferiscano un grado maggiore di incantevoli rivelazioni a combustione lenta in questo lotto di 12 canzoni, rimane una semplicità lirica nelle sue espressioni di desiderio cantate in portoghese e nella ricerca di conforto. Nel battito di samba di apertura di “Gostar do Mundo”, quel conforto arriva sotto forma del corpo di un altro (‘Vieni, amami / Tu sai che il mondo finirà’). Sulla splendida psichedelia, simile alla trance, di “Cançao de Cura”, si presenta sotto forma di musica stessa (‘Vieni, oh canto di guarigione/di amori infranti/di questi corpi feriti’). C’è la sensazione di provare a toccare l’intangibile in tutta “Estrela Acesa”, che si traduce in “stella ardente”, il suo suono opportunamente cosmico fornisce una luce guida mentre l’autore si avvicina all’epifania.

Il mistero prevale, ma il brasiliano trova la propria verità nella ricerca del divino. Nella breve penultima traccia “Você é a Musica”, il suo coro di voci ripete un mantra che si traduce in ‘Sei musica, sei musica, non lasciare che ti dicano il contrario’. È una semplice affermazione di amore e gentilezza, un sentimento affettuoso tra una serie di brani che non offrono una tale promessa di risposte facili, ma un surplus di bel suono!!!


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