SELEBEYONE – ‘Xaybu: The Unseen’ cover albumIl sassofonista contralto Steve Lehman ha debuttato con il proprio progetto Sélébéyone nel 2016 con un’uscita omonima per l’etichetta Pi Recordings. Era a dir poco rivoluzionario; una fusione di improvvisazione jazz e hip-hop globalizzato, è stata una dichiarazione intrepida. Originariamente un settetto, Sélébéyone ritorna come quintetto in “Xaybu: The Unseen”. I cinque membri attuali provengono dalla formazione originale, con il bassista Drew Gress e il pianista Carlos Homs assenti dalla seconda pubblicazione.

Lehman è un artista rinascimentale; compositore, produttore e studioso; ha un appetito illimitato per una vasta gamma di espressioni musicali. Due delle sue altre registrazioni Pi, “Mise en Abîme” (Pi, 2014) e “Travail, Transformation & Flow” (Pi, 2009), hanno superato una serie di prestigiosi sondaggi di fine anno. Il cantante/rapper/compositore HPrizm aka High Priest (Kyle J. Austin) non è estraneo all’ibrido jazz-hip hop. Uno dei fondatori dell’Antipop Consortium ha registrato con Matthew Shipp, William Parker e Daniel Carter su “Antipop Vs. Matthew Shipp” (Thirsty Ear, 2003). Gaston Bandimic è originario di Dakar, in Senegal, che in seguito si stabilì in Francia. Le sue registrazioni affrontano le esperienze quotidiane senegalesi nella propria terra natale e come migrante. Il sassofonista soprano parigino Maciek Lasserre dirige il proprio ensemble jazz/rap, MCK Project, con Bandimic alla voce. Il batterista Damion Reid è stato mentore di Billy Higgins e ha suonato o registrato con Liberty Ellman, Jonathan Finlayson e Rudresh Mahanthappa.

Il ridotto Sélébéyone pone maggiore enfasi sui battiti e sull’interazione con i due sassofoni. Spesso si ha la sensazione che la musica stia danzando su una piattaforma in costante movimento. Rap bandimici in wolof, la lingua principale di gran parte dell’Africa occidentale. Una miscela di francese e arabo, crea un interessante contrasto con il rap in lingua inglese di Hprizm. Come su “Sélébéyone” c’è una sorta di teologia che emerge in testi inequivocabili. Nota i versi evocativi di Hprizm da “Time is The First Track”: ‘Senza batteria dovevo scoppiare/Of tempo/Of time’. La battuta di Gaston da “Gas Akap” (tradotta dal wolof) riassume l’integrità dietro la componente hip hop di “Xaybu: The Unseen”: ‘Il mio rap è consapevole ed è un veicolo per l’onore’.

Le radici del rap, dell’hip hop, del parlato e del jazz sono profonde. Il canto scat può essere considerato un lontano parente della registrazione di “Heebie Jeebies” di Louis Armstrong del 1926, ma l’interpretazione moderna è strettamente legata a “The Revolution Will Not Be Televised” di Gil Scott-Heron. “Nighthawks at the Diner” (Asylum, 1975) imbevuto di gin presentava un combo jazz in buona fede che sosteneva la dissolutezza parlata di Waits. Miles Davis, Roy Hargrove, Herbie Hancock, Robert Glasper e Vijay Iyer hanno sperimentato l’ibrido. Kendrick Lamar, il rapper più influente della sua generazione, ha cercato il sassofonista Kamasi Washington per due dei suoi dischi. Ma sono Lehman e Sélébéyone che hanno portato due forme di musica distintamente afroamericane a nuovi livelli. Per gli ascoltatori che non sono ostacolati dalla tradizione, questo rilascio è un’esperienza eccezionalmente gratificante!!!


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