SCOTT MATTHEW- “Adorned”“Adorned” è il nuovo album del songwriter australiano alt-pop Scott Matthew. Trattasi, in realtà, di una raccolta di vecchie canzoni completamente riviste con l’aiuto del produttore Jens Gad. Il primo estratto è “The Wish”, brano in omaggio alle vittime della strage avvenuta nel 2016 al Pulse Club di Orlando. Il nuovo lavoro del celebre artista australiano è composto da dieci classici della sua discografia rivisitati in una nuova veste: aiutato dal produttore tedesco-danese di stanza a Los Angeles Jens Gad, il talento del Queensland ha dato ad ogni brano una nuova forma: ‘Ho rivestito i miei brani più noti, gli ho tolto il pesante cappotto di velluto dalle spalle e gli ho messo addosso la biancheria intima di seta’. Scott Matthew racconta:’”Adorned” non è quello che la gente è abituata a vedere in me. Li esorto a divertirsi ascoltando. È un esperimento che potrebbe non risolvere i problemi di questo mondo, ma potrebbe alleviarli per un momento’.

I primi singoli estratti sono nuove versione delle note “Abandoned” e “The Wish”. La seconda fu scritta dopo la strage del 2016 al Pulse Club di Orlando, dove persero la vita 49 persone, non vuole essere solo un omaggio a chi venne ucciso in quella occasione, ma vuole anche mettere in evidenza il grande problema delle armi negli Stati Uniti. “Abandoned” invece non ha bisogno di alcuna presentazione, forse il brano più noto della discografia di Scott Matthew, nonché uno dei suo primi successi internazionali, almeno quello che fece scoccare la scintilla con il pubblico italiano nel non troppo distante 2008. Dopo il primo successo di rilievo Scott, in poco più di un decennio, ha confezionato sei album che, se valutati a mente serena, solo in parte ne hanno mantenuto le aspettative. Ha come avuto un processo involutivo ed ora si appoggia ad una pratica invalsa ai giorni nostri e cioè di ripercorrere la propria carriera e riproporre con questo settimo disco dieci canzoni tra le più significative del suo repertorio.

In questi casi il timore è sempre quello rappresentato dalla possibile disomogeneità dell’opera, dovuta al fatto che i brani sono scelti da dischi distanti fra loro nel tempo. Invece sembra che la raccolta si presenti più che compiuta, degna di tutta la nostra attenzione, per certi aspetti un importante segnale di ripartenza. Assieme al produttore viene recuperata la voce di Matthew dai master originali e vengono rimodulati gli arrangiamenti attraverso l’aggiunta di violini, viene rivista la ritmica e modificate le chitarre. Il risultato è un album che sembra nuovo, in cui affascina la voce inimitabile, da brividi di Scott (molto vicina a quella di Antony Hegarty), ma anche le canzoni si ripropongono prepotentemente, quasi fossero nuove ma su melodie che ricordano qualcosa di familiare, una vera magia!

Le canzoni provengono in particolare dal primo e secondo album ma non solo. Tra le cose più riuscite, oltre alle due sopra citate, la struggente “Where I Came From”, guidata dalle camaleontiche variazioni della voce, come pure la meravigliosa “This Here Defeat”, che vocalmente mi ricorda Costello, ma poi risulta essere molto personale. In definitiva un disco che ci accompagna con passione nell’ascolto e che merita la giusta attenzione!!!


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