La Rose City Band, la principale band country rock psichedelica spensierata d’America, è uscita con il proprio nuovo album “Garden Party”, una celebrazione unica per l’estate che tutti stiamo aspettando, finalmente in grado di dare un calcio all’inverno sul marciapiede.
I Rose City sono una di quelle formazioni dallo spirito disinvolto che entrano in città come il circo, piene di meraviglia e gioia, la stessa meraviglia e gioia che hai trovato nella loro primissima uscita, interamente concentrata sulle melodie stridenti e tortuose che hai imparato ad amare ed aspettati, anche se leggermente diverso.
Tuttavia, Ripley Johnson e i suoi Merry Pranksters incarnano ancora rilassate chitarre pulite e vorticose, assoli singolarmente stretti che sono avvolti attorno a una sezione ritmica trascinante, anche se non implacabile, su cui organi magici si gonfiano nei meandri più incontaminati della pedal steel che tu possa mai ascoltare.
È tutto un magico lento bruciare, un po’ di beatitudine cosmica casalinga portata avanti da una delle presentazioni vocali e armoniche più rilassate, confortevoli, affascinanti di tutti i tempi, che ti dà possibilità e spazio per librarti con una voglia di viaggiare trascendente.
Lo scintillante primo singolo, “Chasing Rainbows”, ne è l’esempio più lampante. Nella traccia, il cantante e chitarrista Ripley Johnson e il chitarrista di pedal steel Barry Walker intrecciano radiose melodie di sei corde in un lavaggio di consistenza e twang, oscillando dalle radici country-rock a esibizioni technicolor psichedeliche.
Registrato a casa di Johnson a Portland e al Center for Sound, Light, and Color Therapy e mixato da John McEntire, “Garden Party” presenta le apparizioni dei compagni di band del Moon Duo, John Jeffrey alla batteria e Sanae Yamada ai sintetizzatori, Hasenberg alle tastiere e Walker sulla pedal steel. Registrate dal leader principalmente come impresa solista, i tagli catturano comunque i colpi di scena di un ensemble pienamente realizzato. In un cenno a band come i Grateful Dead non si ferma qui. ‘Le canzoni non saranno veramente finite fino a quando non le suoneremo on the road’, afferma Ripley.
La musica di Rose City funziona così bene perché è uno sforzo comune, in cui ogni musicista è in grado di fare un passo avanti e presentare le proprie capacità visionarie, quindi fare un passo indietro senza perdere un colpo, diventando di nuovo parte del tutto. Non c’è nessuno oggi che faccia ciò che il gruppo riesce a fare, forse nessuno l’ha mai fatto, perché quando i brani vanno avanti, sento sempre di essere perso in un sogno lucido, sperando ardentemente che non finisca mai!!!
No responses yet