ROBERT PLANT & ALISON KRAUSS – ‘Raise The Roof’ cover albumSi può solo immaginare il dispiacere provato dai pezzi grossi dell’etichetta Rounder quando Robert Plant e Alison Krauss decisero di non dare seguito, immediatamente, alla loro collaborazione di platino, vincitrice di sei Grammy (2007). Ora la situazione sembra capovolta e l’ex frontman dei Led Zeppelin e la sua compagna di scorribande nel bluegrass sono tornati per una nuova entusiasmante collaborazione. Qualunque altra cosa si possa dire di Alison e Robert, non possono certo essere accusati di aver affrettato ad incassare il successo svettante della loro collezione di debutto del 2007, “Raising Sand”. Quattordici anni dopo, la rockstar britannica e la voce più acclamata del bluegrass americano, evangelista degli ultimi giorni, hanno collaborato di nuovo con l’asso della produzione, T Bone Burnett, per realizzare un disco di luccicante, spesso oscura, bellezza e meraviglia curatoriale.

Il matrimonio musicale di Krauss (50) e Plant (73) riunisce due talenti molto disparati. Come ha detto Burnett in una recente intervista: ‘È molto più incontaminata, quindi penso che il suo obiettivo sia quello di raggiungere un certo livello di eccellenza a cui non aspiri davvero nel blues. E Robert è dall’altra parte: è sciolto come il blues. Lei è molto più preparata e lui è più improvvisato; lei è molto più pulita e lui è sporco’.

Ma la musica cambia entrambi, crea un terzo spazio oltre la loro istintiva zona di comfort, organizzato dal sempre raffinato T-Bone e dalla sua eccezionale band che include i chitarristi Marc Ribot, Buddy Miller e Bill Frisell. A quanto pare, le 12 tracce, quasi tutte cover, sono state scelte dopo un lungo processo di scambio di idee. Includono canzoni dimenticate da tempo di Calexico, Merle Haggard, Allen Toussaint, The Everly Brothers, Ola Belle Reed, Anne Briggs, Geeshie Wiley, Bert Jansch e altri. “High and Lonesome”, l’unica canzone originale, scritta da Plant e Burnett, colpisce una nota strana, con il cantante che suona molto simile al Plant di una volta.

Questo è un piccolo difetto. Le altre 11 tracce si combinano per creare un senso di perdita infestata, anche se venata di bellezza. La relativamente recente (2002) canzone dei Calexico, “Quattro (World Drifts In)”, dà il tono: mistero, oscurità, perdita. “The Price of Love” degli Everly Brothers diventa una cupa lezione di vita, la voce cristallina di Krauss contrasta con il paesaggio sonoro ricco e lunatico. Alison impressiona anche con “Trouble With My Lover” di Toussaint, la sensualità sorprendentemente deliziosa della sua voce sottolineata da quella di sottofondo di Robert e dal frizzante arrangiamento creativo.

Le altre straordinarie esibizioni di Alison sono nell’agghiacciante “Last Kind Words” di Geeshie Wiley, una melodia blues che sembra reale come quando è stata scritta 100 anni fa, e il lamento senza tempo di Merle Haggard, “Going Where the Lonely Go”. Plant è probabilmente più di basso profilo anche se si esibisce in performance stellari in “Somebody Was Watching” di Pop Staples e “You Led Me To The Wrong” di Ola Belle Reed, mentre entrambi i cantanti si lasciano andare in “Can’t Let Go” di Randy Weeks.

È una partnership che fa davvero alzare il tetto!!!


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