RIZOMAGIC – ‘Voltaje Raizal’ cover albumUn rizoma è uno stelo vegetale sotterraneo; recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che si tratta di una via di comunicazione segreta per interi ecosistemi. Un bel concetto, quindi, per un interessante duo colombiano, il cui debutto germoglia, esplode e secerne ogni sorta di ritmi e intrugli radicati nelle sue nove tracce.

I partner Diego Manrique, direttore dell’orchestra d’avanguardia cumbia Niño Pueblo, ed Edgar Marún, direttore dell’ensemble etno-afrobeat Dorado Kandua, sono già volti noti nella fiorente scena psichedelica alternativa di Bogotá. Il loro futurismo tropicale è difficile da decifrare, ma sento canti etnici, impulsi EDM, giochi per computer, musica da film noir, suoni della natura, un po’ di cumbia molto contorta, tutto così schiacciato e intrecciato che crea qualcosa di fresco.

A quanto pare – secondo il materiale promozionale – da qualche parte ci sono ‘scale tradizionali del gruppo etnico Bambara del Mali e la chitarra del vino di palma ghanese interpretata da un flauto millo caraibico’, e chi deve discutere? Su “Voltaje Raizal” puoi sentire quello che vuoi, tranne le parole. Gli strumentali sono raramente così divertenti ed eclettici come questo. In qualche modo, in mezzo a tutto il clamore industriale, emerge un funky fecondo. L’effetto complessivo è di intraprendere un’avventura sonora sotterranea; è umido, buio e caldo laggiù.

Il disco è stato pubblicato in vinile per l’etichetta romana Disasters By Choice, label non molto prolifica, ma con un catalogo indubbiamente interessante. Mixato e masterizzato nientemeno che da Eblis Alvarez (Meridian Brothers), l’album porta un tocco futuristico, glitch e fresco alla scena cumbia locale, in un disco ugualmente sperimentale e divertente.

Sicuramente, a parole, non è semplice spiegare che tipo di musica eseguano, ma, sintetizzando, potremmo dire cumbia, avendo i nostri le proprie radici sonore nella tradizione afro-caraibica e in quelle di diversi gruppi etnici. Ovviamente la proposta non è né scontata né tradizionale, grazie all’uso di strumentazione elettronica che muove le sonorità verso luoghi differenti. La tradizione è presente, ma celata da situazioni techno e persino acid jazz.

Il ritmo è ciò che più impressiona, ma da non trascurare la veste strumentale per un ascolto che vi lascerà sicuramente incuriositi e vogliosi di ascoltarne di più!!!


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