PSYCHIC TEMPLE- “Houses Of The Holy” cover albumFermi tutti! Un disco per nulla strombazzato dai media eppure così denso in termini di contenuti e partecipazioni. Per questo doppio stratosferico dai toni evidentemente concettuali il deus ex-machina californiano Chris Schlarb convoca un’autentica squadra di fuoriclasse. L’album è così diviso in quattro sezioni – quanto i lati del disco – con altrettanti co-protagonisti. Due sezioni più indie con Cherry Glazer e Daniel Rodriguez aka Xololanxinxo, e due strepitose esplorazioni: una di carattere jazz elettrico col Chicago Underground Trio ed una di stampo più lisergico coi redivivi Dream Syndicate. Il risultato di questo pokerissimo ha del sensazionale.

Quelli abbastanza fortunati che hanno un po’ di familiarità con il progetto in continua rotazione di Chris Schlarb, Psychic Temple, sono probabilmente consapevoli che possono aspettarsi assolutamente qualsiasi cosa dal ragazzo e dalla sua lista di collaboratori che cresce con ogni album che gli viene in mente. Dalla reinvenzione di “Eno’s Music for Airports” a una serie di album pop/rock incredibilmente belli. Dopotutto, il ragazzo ha il suo studio dove ha prodotto una così ampia varietà di artisti che includevano personaggi del calibro di Terry Reid, James Gadson, Swamp Dogg e Jim Keltner.

Quindi cosa c’è di nuovo in “Houses of the Holy”, l’ultima uscita di Schlarb con il moniker di Psychic Temple? Bene, niente e tutto. Niente, nel senso che in questo doppio album Chris è di nuovo dappertutto in qualsiasi direzione senza perdere un colpo.

È partito con il concetto che non esiste un doppio album che non abbia almeno una traccia di riempimento. Voleva accertarsi se ci fosse qualche possibilità di sfuggire a quella maledizione musicale. Allora cosa fa? Ingaggia quattro band diverse, quattro concetti musicali distanti tra loro per collaborare con lui, ciascuno su un lato dell’album.

Il primo è Cherry Glazer, una specie di band alt-country stordita che esce con canzoncine intrise di alcol come “(Who Selling You) Conspiracy?” che suona come un perfetto pezzo da bar di provincia che probabilmente non ascolterete mai in un luogo simile.

Al secondo posto ci sono i leggendari propugnatori di jazz sperimentale, i Chicago Underground Trio, riuniti per questa occasione dopo quasi 20 anni. Il nostro mantiene i jazzisti sotto controllo melodico e aggiunge anche la voce, trasformandoli in una sorta di band di Bossa sperimentale, come in “Your Dreams Don’t Pay My Bills”.

Poi è il momento dei sostenitori della psichedelia, i The Dream Syndicate. Come ci si poteva aspettare, Steve Wynn ei suoi ragazzi si sentono perfettamente a proprio agio con ciò che Schlarb offre loro di affrontare. “Why Should I Wait?” è uno dei punti salienti del lavoro. Ancora, l’ultimo partecipante, il poeta di strada Xololanxinxo , con l’orchestra al completo, una doppia sezione ritmica e un coro gospel portano il percorso di immaginazione e di creatività di Chris alla piena luce e ti fanno credere che, finalmente, sia stato ottenuto un doppio album senza riempitivi!!!


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