Certo che in America sono strani, ci si può armare fino ai denti e sparare sulla folla inerme nelle scuole, ma si è costretti a cambiare il nome di un gruppo se questo non è ritenuto politicamente corretto.
Accadde ai Viet Cong che furono spinti, dietro forti pressioni, a diventare i Preoccupations(nome che pare sia stato suggerito dall’indie cantautore Chad VanGaalen).
La band si formò nel 2012 e proveniva da Calgary, Alberta Canada e la possiamo annoverare tra quelle che hanno rivitalizzato il post-punk. Si tratta di un quartetto con Matt Flegel(basso e voce), Scott Munro(chitarra e synth), Daniel Christiansen(chitarra) e Mike Wallace(batteria). Nel loro suono convivono istanze post-punk industrial e garage lo-fi.
Il debutto come Viet Cong fu realizzato nel 2015 ed uscì per la Jagjaguwar. Furono, però, spesso osteggiati a causa del loro nome. Venivano accusati sia di razzismo che di indebita appropriazione culturale. Nel marzo del 2015dovevano esibirsi all’Oberlin College, ma lo spettacolo fu cancellato a causa del loro ”nome offensivo”. Nel settembre dello stesso anno annunciarono, sulla propria pagina Facebook, che il loro scopo era quello di suonare per i propri fans e non quello di causare dolore e ricordi di atrocità perpetrate in passato.
Divennero così i Preoccupations. La loro musica subì un leggero cambio di direzione, sono rimaste le caratteristiche new wave, ma più in stile retromaniaco anche se, a mio avviso, sono maturati e scrivono pezzi migliori rispetto alla loro precedente ragione sociale.
Lo scorso 23 marzo è stato pubblicato l’album nuovo dal titolo “New material” che è stato anticipato dal singolo ”Espionage”. Sembra di essere catapultati nella Manchester di fine anni ’70, le tastiere avvolgenti, i bassi pulsanti tutto lascia intendere che siamo di fronte ai nuovi Joy Division. Il tutto suona in modo brillante e molto catchy.
Ancora meglio “Disarray” che ci porta sulla pista dell’Hacienda, con il basso che guida le danze, una chitarra in delay che accompagnano un cantato etereo ed inebriante.
Non preoccupatevi, il gruppo sa muoversi anche in altre direzioni come in “Decompose”, che può essere vista come un pezzo psichedelico che ci culla con le sue tastiere.
Straordinaria ballata, “Manipulation”, molto minimale in cui convivono le decadenza dark con rumorismi assortiti.
“Antidote” miscela un ritmo tribale di batteria con una melodia fortemente venata di pop. Chiude le danze “Compliance” in un crescendo saturo in salsa shoegaze.
Suoni già sentiti, ma proposti con una freschezza ed abilità che non possono essere ignorati.


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