PINEGROVE – ’11:11’ cover albumIl nuovo e quinto album dei Pinegrove, capitanati da Evan Stephens Hall, si intitola “11:11” ed è uscito il 28 gennaio su Rough Trade Records, prodotto in autonomia con l’apporto al mix di Chris Walla (Death Cab For Cutie, The Decemberists, Tegan & Sara). Il disco fa seguito a “Marigold” del 2020 ed è stato preceduto dai singoli “Orange” e “Alaska”, sempre su calde traiettorie tra indie rock, folk e alt-country. Il titolo “11:11” presenta numerose possibili chiavi di lettura, dal richiamo grafico agli alberi e dunque all’argomento ricorrente della crisi climatica, sino alla numerologia che tira in ballo i concetti di caso, coincidenza e sincronicità.

Hall attribuisce alle idee di arrangiamento impeccabilmente posizionate di Walla una voce vitale al tavolo, passando dalla produzione ‘nitida e contenuta’ di “Marigold” , ad un’atmosfera più ‘disordinata’ per queste nuove canzoni. La registrazione è avvenuta in due strutture della Hudson Valley – gli iconici Levon Helm Studios di Woodstock e The Building a Marlboro – con Skinner e il batterista dei Pinegrove, Zack Levine, al fianco di Evan per il processo. Altri collaboratori nell’orbita della band – Megan Benavente (basso), Josh F. Marre (chitarra) e il padre di Hall, Doug (pianoforte e organo) – hanno contribuito in una combinazione di sessioni di rischio calcolate e remote.

Il lavoro viene introdotto con la mini-epica “Habitat”. Un capolavoro robusto e materico ispirato ai lunghi viaggi in auto nello stato di New York. Il nostro dice che le case fatiscenti ricoperte di vegetazione che punteggiano il paesaggio hanno lasciato un’impressione intensa. ‘È difficile vedere quel tipo di ricalibrazione, ma allo stesso tempo c’è un’ironia primordiale nel vedere la natura vincere contro le nostre strutture in decomposizione. Ho tratto ispirazione da quella tensione e da quelle trame di rovo con l’arrangiamento di “Habitat”’. Continua ad indagare il mondo naturale sull’altrettanto inquietante “Flora” e, successivamente, sull’elegiaco valzer “Orange”. Incentrato sulla crisi climatica, la canzone si diffonde sull’ascoltatore come un sogno, con la voce appassionata e crescente del leader che produce una consapevolezza quasi allucinante che ora potremmo trovarci alla fine della storia. È un appello ad affermare la comunità che lavora per un mondo migliore e a combattere attraverso il cinismo.

Altrove, la schiacciante ballata “Respirate” ci spinge a prenderci cura e ad amarci l’un l’altro, mentre la bellissima e dolorosa “Let” indica il ciclo triste e ripetitivo in cui molti di noi si trovano in questi giorni. Nella fragorosa “Swimming” Hall gira la scena della perseveranza attraverso un’esperienza di pre-morte, mentre un pilota dorme al volante sull’esuberante banger di due minuti. L’avvincente “Cyclone” combatte con angoscia, attrito e pensieri invadenti attraverso chitarre mordaci e percussioni tintinnanti, mentre Evan descrive la chiusura dell’album, la folkeggiante “Eleventh Hour”, come ‘una telefonata con un amico che va in luoghi astratti’.

Indicando la speranza, l’amore, il dolore e la rabbia, “11:11” cattura gli ascoltatori con sentimenti di calore, urgenza e bellezza piena di sentimento – anche se pone alcune delle domande più difficili della vita – attraverso brani pieni di ganci che si seppelliscono nei sensi e restano lì.

Sembra che tutto sia al posto giusto, tra grandi ballate e pezzi, dinamicamente, più sostenuti. C’è una disperazione di fondo, ma accompagnata da una piccola speranza e ben sappiamo che in queste condizioni nascono le cose più preziose!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *