PAULINE ANNA STROM: “Angel Tears In Sunlight” cover albumDopo il recupero di una serie di brani degli anni ottanta antologizzati quattro anni fa da RVNG Int. in un disco dal titolo azzeccatissimo “Trans-Millenia Music”, l’artista di culto Pauline Anna Strom ritorna con un disco di materiale originale. Si tratta del primo disco di inediti in trent’anni.

«”Angel Tears in Sunlight”», si legge nella press release, «è un assemblaggio di musica che rifrange l’ampiezza e le minuzie dei regni immaginati mentre abbraccia gli echi caleidoscopici delle nostre epoche lontane». Disco postumo – la nostra è scomparsa di recente, il 13 dicembre del 2020 – l’album è dedicato al suo caro amico John Jennings, scomparso durante la realizzazione di questo lavoro, e Strom lo ha intitolato con una frase che riflette la somma del processo di vita e perdita, collassati insieme in uno spettro eterno: «la luce solare rappresenta ciò in cui stiamo entrando. Tu porti la tristezza con te, ma sei anche preparato per la benedizione del nuovo».

Pauline Anna Strom – sintetizzatore visionaria, compositrice e spiritualista. Nata cieca, ha imparato a comporre intuitivamente, pubblicando una serie di cassette e LP inquietanti tra il 1982 e il 1988 sotto il nome di “Trans-Millenia Consort”. Non si sapeva molto di lei e – a parte un seguito di culto su Discogs – passò quasi all’oscurità, avendo presumibilmente venduto tutte le sue attrezzature di produzione a causa di problemi finanziari. Fino al 2017, quando RVNG Intl ha consegnato un’antologia acclamata dalla critica delle composizioni ri-padroneggiate. Da allora, una fanbase in continua crescita di appassionati di ambient è diventata affascinata dalla sua musica ultraterrena e dalla sua esistenza ermetica. Vivendo isolata nel suo appartamento con le sue due amate iguane Miss Huff e Little Solstice, Pauline era una mente ferocemente indipendente che si rifiutava persino di imparare il braille, dichiarandolo ‘noioso’. L’arrivo postumo di “Angel Tears in Sunlight” è una testimonianza della sua vita unica e del ruolo spesso dimenticato, ma essenziale, che le donne hanno svolto nella storia dell’elettronica.

Composto nell’appartamento in cui ha vissuto per anni, “Angel Tears in Sunlight” racconta un incontro non visivo con una realtà alternativa ispirata alla fantascienza. Il brano di apertura “Tropical Convergence” è come un’esperienza uditiva di un romanzo di Ursula K. Le Guin. La natura e la magia sono impigliate: scintillanti glockenspiel beat sono gocce di pioggia che atterrano sul baldacchino della foresta. Il tema della giungla ritorna con “Tropical Rainforst” punteggiata da suoni acquatici, che richiamano alla mente il ricordo di Strom dei suoi primi esperimenti sonori. Durante gli anni ’80 – da sola mentre suo marito era al lavoro – per ore, avrebbe manipolato una ciotola d’acqua con una mano e avrebbe premuto un microfono nell’altra, tentando di tessere gli schizzi in una melodia. È da questi piccoli dettagli clandestini che emergono mondi densi e psichedelici.

La musica della compositrice potrebbe essere descritta come new age – un balbettio sintetizzato mistico, simile a una trance, che potrebbe presumibilmente accompagnare sessioni di meditazione o lezioni di yoga. Ma la nostra era una figura che attingeva da fonti californiane più arcane. Ascoltate la musica che ha pubblicato negli anni ’80 come Trans-Millenia Consort e potreste sentire tracce del beato minimalismo di Terry Riley; l’elettronica traballante che Stephen Hill suonava nel suo show radiofonico “Hearts of Space”; le composizioni elettroacustica di Joanna Brouk; anche la musica ipnotica trance che Alice Coltrane stava facendo nel suo ashram di Santa Monica.

Siamo di fronte ad un’opera estremamente varia come la sua produzione degli anni ’80. Alcune tracce la vedono prendere riff di marimba minimalista in stile Steve Reich, ma scortarli attraverso infinite mutazioni armoniche. A volte suona droni ambientali che pulsano delicatamente e cambiano a malapena accordo; altrove cambia chiave ad ogni battito. “Temple Gardens at Midnight” manipola digitalmente i suoni delle percussioni e i gong del tempio fino a quando non suonano come stelle cadenti bianche che scendono sulla terra. “The Pulsation” è un tripudio di tamburi silenziati, con cinguettii casuali di percussioni sintonizzate che si innalzano sopra un arpeggiato di rumori della foresta pluviale. Queste sono miniature elettroniche su scala sinfonica; creazioni digitali che evocano visioni di un mondo pre-elettrico!!!


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