Cover album OWEN- “The Avalanche”“The Avalanche” è il decimo album in studio di Owen – il progetto da solista di Mike Kinsella (American Football, Cap’n Jazz, Joan of Arc, Owls) – e arriva a distanza di quattro anni dal precedente “The King of Whys” (2016) ed è pubblicato, ancora una volta, dalla Polyvinyl. Il disco è stato registrato nella quiete innevata dello Hive Studio di Eau Claire, Wisconsin, con l’aiuto del produttore Sean Carey (Bon Iver, Peter Gabriel) e dell’ingegnere Zach Hanson (The Tallest Man on Earth, Waxahatchee) .

A detta della nota stampa, l’album è uno dei capitoli più oscuri del cantautore di Chicago, essendo una «raffinata guida» per i momenti difficili della vita. Attraverso un doloroso percorso di auto-riflessione, Owen ha realizzato un album «con ampi paesaggi musicali che fanno spazio a testi devastanti, che ritornano ai temi di un matrimonio che si sta sgretolando e di grandi finali»; a differenza degli album precedenti, in cui «umorismo e sarcasmo attenuavano i testi più pesanti», quest’ultimo lavoro porta i suoi nove inediti «in luoghi più bui».

Torna in splendida forma col progetto solista Owen – dopo l’avvenuta, sacrosanta, affermazione dei suoi American Football, ormai al terzo disco – e ritorna facendo tesoro di tutte le piccole conquiste portate avanti in dieci album, inclusa la raccolta di cover “Other’s People Song” (Polyvinyl, 2010), riprendendo anche sonorità e atmosfere dall’omonimo esordio (Polyvinyl, 2001) e dal secondo “No Good for No One Now” (Polyvinyl, 2002).

Una musica immacolata e splendente quella che ci consegna Mike con questo nuovo disco, non ci sono stravolgimenti rispetto al passato , ma, sicuramente il sodalizio con Carey ci elargisce musica prelibata di caratura superiore. Ancora una volta quello che vince nella musica di Owen sono i dettagli, i piccoli particolari più intimi che si notano ascolto dopo ascolto, mentre la voce e la chitarra (la base acustica è ben presente in questo disco) ci cullano, ci accarezzano e ci abbeverano da una fonte purissima. Non crediate che siamo in un territorio minimalista, sobrio si, ma gli arrangiamenti sono sempre curati al massimo in modo che ogni strumento (dal piano, agli archi, alla chitarra, ovviamente) abbia spazi giusti per farsi ascoltare.

Lo splendido lirismo di “Dead For Days” è il classico brano alla Owen: archi, fiati ed elettronica accompagnano soavemente, come un corpo unico che si muove in armonia con il fingerpicking di Kinsella e la sua voce sempre più sicura e presente. “On With The Show” coinvolge in una danza condotta dal basso e incorniciata dagli archi, mentre il piano etereo dell’intro di “The Contours” trasporta dentro i paesaggi profondamente americani in cui pedal steel, archi e piano costruiscono il contrappunto corale alla voce di Mike.

Un lavoro che è una lezione di stile, di misura e di equilibrio da lasciarci sbalorditi!!!


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