Se siete amanti della musica tradizionale americana, soprattutto quella di musicisti ed autori sconosciuti, o quasi, non esiste di meglio di ciò che viene proposto dall’etichetta Smithsonian/Folkways.
Da qualche anno hanno dato origine ad un marchio, “The African American Legacy series”, in cui raccolgono una serie di registrazioni in esclusiva legate alle radici più profonde della musica tradizionale afro-americana. In questi dischi si scava nel profondo della storia, degli accadimenti per giungere ad una spiegazione del perché di tante situazioni avvenute in passato. Notevole lo spessore culturale di queste opere, così come l’impegno sociale che si ripercuotono negativamente su quello commerciale. Possiamo citare alcuni lavori degli anni passati quali The McIntosh County Shouters con “Spirituals and shout songs from Georgia coast”, Ella Jenkins con “A life of songs”, Cephas and Wiggins con “Richmond blues”, John Jackson con “Rappahannock Blues” e il più recente di Don Flemons dal titolo “Black Cowboys”.
L’album di cui mi accingo a parlare, “Songs of our native daughters”, ha origine dalla collaborazione di quattro delle figure femminili di colore più importanti sulla scena odierna. Sono della partita Rhiannon Giddens e Leyla McCalla, che fecero parte dei Carolina Chocolate Drops, Allison Russell membro delle Po’ Girls ed infine Amythyst Kiah cantautrice dal suono southern gothic e proveniente dal Tennessee.
Si incontrano per la prima volta in questa occasione per raccontare storie di donne afro americane, delle loro sofferenze, delle loro speranze e che trattano di fatti realmente accaduti in passato come tragedie familiari, racconti di enormi ingiustizie, schiavitù, razzismo e persino misoginia. Si avvalgono di vecchi traditionals oppure di nuove canzoni autografe scritte per l’occasione.
Non dovete temere di andare incontro ad un disco che, a causa dei temi trattati, sia di difficile ascolto musicalmente. Le nostre sono riuscite a dar vita ad un lavoro estremamente piacevole nonostante gli argomenti siano ostici e pure sgradevoli. L’opera, prodotta da Dirk Powell e Rhiannon Giddens, è molto bella, costruita con amore e passione, ma pure estremamente godibile dal punto di vista sonoro.
“Black myself” apre il disco, lo si fa con un blues elettrico di grande espressività. Si prosegue con “Moon meets the sun” una ballata folk dai profumi caraibici estremamente accattivante grazie ad un riff di fondo dalla melodia splendida.
“Barbados” inizia con un parlato dalla forte drammaticità in cui la parte musicale entra poco per volta grazie al banjo ed alla chitarra di Dirk Powell. “Quasheba Quasheba” è un’altra ballata folk, questa volta con forti reminiscenze africane anche se la melodia di fondo è tipicamente americana.
Continuano le ballate a base folk con “I knew i could fly”, scritta da Leyla con Allison, che trova il suo sviluppo nell’uso insistito delle due voci delle autrici e sul mandolino portato in dote dal produttore Powell.
Si passa poi ad un brano tra folk e bluegrass, “Polly Ann’s hammer “, ritmo accelerato grazie alla superba prestazione al violino di Rhiannon per un brano cantato con feeling da Amythyst. Il pezzo ha una base di partenza tratta dal traditionals “John Henry” ed è, forse, uno dei punti più alti dell’album.
“Mama’s crying long” si basa sulle narrazioni degli schiavi, è resa come una prison work song in cui la voce principale (Giddens) fa da parte narrante a cui rispondono le altre vocalità. C’è spazio persino per un brano del grande Bob Marley, “ Slave driver”, che subisce un trattamento da work song anche se il ritmo rimane abbastanza fedele all’originale.
“Lavi difsil” è un’altra folk song con base strumentale ricca di violino, banjo, clarinetto e chitarre con un aspetto melodico scintillante.
Per concludere vi propongo il brano con cui termina il lavoro, “You’re not alone”, scritto da Allison Russell in cui la nostra da prova del livello di maturità compositiva raggiunta per una traccia che si pone al più alto livello di questa opera intrigante.
Un disco che merita attenzione sia musicalmente sia per la sua capacità di portare educazione e cultura negli ascoltatori che vorranno approfondire il contenuto!!!


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