‘Ho così tanti pedali fuzz che se mi cadessero addosso probabilmente mi ucciderebbero, cazzo. Mi avrebbero trovato sotto un fottuto mucchio di pedali fuzz’. Questo è ciò che ci ha detto John Dwyer nel 2020. E per Dio, in questa nuova uscita di Osees li ha messi tutti insieme a margherita.
Fin dalla prima traccia, il primo sbalorditivo singolo dell’album, “Funeral Solution”, Dwyer e la sua band sono su un altro pianeta. ‘Che cazzo sta succedendo? La vita umana non è così lunga. Perché morire ogni notte?’ chiede mentre, ancora una volta, si spostano a sinistra e questa volta si tuffano a capofitto in una feroce esplosione punkzoide da garage che viscera tutto ciò che incontra sul suo cammino. È un’intensità ritrovata che si rifiuta semplicemente di cedere attraverso le dieci tracce del disco.
Il rilascio è una massa di maggiori distorsioni di accordi, tutto è composto fino a dieci, non solo in rosso ma sanguinante dal mixer attraverso un caos saturo, pieno di fumo e alimentato. Tra il frenetico “Frock Block” e la feroce title track, però, il gruppo trova ancora lo spazio per navigare su un ritmo diverso in “Too Late For Suicide”. La chitarra risuona come una sirena della polizia infernale, un motivo a cui ritorna di nuovo nel recente singolo, “Perm Act”. Il video racchiude l’idea alla perfezione, una canzone che affronta direttamente la violenza politicamente legittimata inflitta da agenti dello stato, individui deindividualizzati.
E, come per chiarire il punto da dove è arrivata questa ultima direzione, firmano questa esplosione di 22 minuti di materia densa con una cover sfrenata di “Sacrifice” dei Rudimentary Peni. È una partita fatta nel paradiso dell’anarco-punk, che sputa macabre esplosioni socio-politiche su intensi getti di attacchi distorti.
John Dwyer sa che gli Osees non sono una formazione che può continuare a ripetere e affinare un suono singolare. La necessità è di continuare a cambiare e muoversi. ‘Penso che con qualsiasi LP che metti, sai che siamo noi, la maggior parte del tempo’, ha affermato nel 2020: ‘Ma penso anche che sia importante crescere. Voglio dire, abbiamo una cosa che facciamo, ovviamente, e ci sono molte formule che stiamo cercando di rompere o mantenere a seconda di come ci sentiamo su di loro’.
In “A Foul Form”, hanno distrutto le loro recenti formule, le hanno polverizzate ed evocato qualcosa dalle ceneri che potrebbe essere proprio la loro creazione più brutale. È un vero spasso!!!
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