OKAY KAYA – ‘Sap’ cover albumUna tesi concettuale art-pop, “SAP” esplora la coscienza mentre si manifesta all’interno del corpo. Il singolo principale “Spinal Tap” usa il mondo accademico per dedurre che il sogno, un processo cerebrale astratto, migliora la fisiologia. L’astrazione, quindi, è sposata con la biologia e Okay Kaya, lo stoicismo sognante e poetico della firma, diventa un percorso verso la guarigione.

L’esclusivo soft-pop “Mood into Object Personified” introduce il suo corpo – una struttura fisica intricata – come caso di studio chiave. “SAP” scorre attraverso il suo corpo e la sua mente in cerca di risposte a domande non poste.

Le tracce sono deliziosamente metafisiche – in “Inside of a Plum”, la terapia con ketamina trascina Kaya nelle pieghe astrali della propria mente per ‘immergersi nello spazio’ e sfuggire all’insicurezza – mentre la ‘reinvenzione della ruota’ di “Like a Liver” si sente come un’epifania sonora. Altrove, spicca “Jolene from Her Own Perspective”, uno studio antropologico sulla femminilità all’interno di un triangolo amoroso, e il vivace “Jazzercise”, che esamina le moderne terapie di danza, offrono un necessario ritorno alla realtà.

L’album è in definitiva per via endovenosa – le sue idee pompano lentamente attraverso le vene ramificate tramite un suono attentamente considerato, riducendo la coscienza a un liquido fisico nel corpo – ma occasionalmente potrebbe essere necessario uno o due stimolanti per spingerlo verso una destinazione.

Nei momenti più trascendentali del disco, il suo ritmo lento si stanca come la parte centrale di una dissertazione, ma, ciononostante, la sua bellezza e la sua malinconia sono contagiose. Forse questa è la sua conclusione: affrontare è un lento processo biologico. “SAP” alla fine riflette sulla scienza della mente, del corpo e delle emozioni: Kaya chiede se una persona è semplicemente una sostanza appiccicosa, fino a che punto percorreresti lo stelo per ‘realizzare che sei le lacrime di questa persona e il sangue di [altro]’.

L’opera si muove, in totale agio, tra moderno pop e avanguardia sintetica. Il suo lavoro non ha mai origine dalle parole, ma dai disegni considerati come oniriche visioni a cui si diletta di creare attorno suoni e voci.

Come definire la proposta di Okay Kaya? Soul, trip-hop, chamber pop? Certamente, ma il tutto declinato in modo personale e unico!!!


Category
Tags

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *