NOT MOVING L.T.D. – ‘Love Beat’ cover album“Love Beat” è l’album degli storici Not Moving, ora reincarnati con il moniker di Not Moving LTD (acronimo dei nomi dei componenti della band, Lilith, Tony Bacciocchi e Dome La Muerte), uscito il 26 marzo via Area Pirata.

‘Quando sei andato da quella parte, io sono andato dall’altra. Dove stiamo andando? Non ci muoviamo’.

Il lavoro arriva a tre anni dal precedente omonimo 7” e vede la formazione (coadiuvata dalla seconda chitarra di Iride Volpi) alle prese con il proprio tipico suono carnale e vissuto. Tiro ben ravvisabile nella prima anticipazione dell’album, ovvero la title track: garage rock viscerale che risuona delle chitarre bluesy di Dome La Muerte e del timbro caldo e riconoscibile di Lilith. Un brano che conferma la statura di alfieri del genere della band.

Non c’è trucco e non c’è inganno, nella musica dei Not Moving. E in realtà di trucchi e inganni non ce ne sono mai stati. Nati nel 1981 come trio, con Tony Bacciocchi (batteria), Paolo Molinari (chitarra) – due che già di strada ne avevano macinata con il punk dei Chelsea Hotel – e Danilo Dallagiovanna (basso), la formazione, poi rifinita da Rita Lilith Oberti (voce), Mariella Severine Rocchetta (tastiere) e Dome (proveniente da un’altra band storica del Granducato Hardcore, i furiosissimi Cheetah Chrome Motherfuckers), ha sempre proposto un suono intenso e passionale: un mix di post-punk, neo-psichedelia e garage-rock ispirato tanto ai Cramps quanto a Gun Club e X, ma poi riversato con tanta personalità da piombare nel cuore di tutti gli appassionati di sano rock’n’roll.

Come accaduto agli X un paio d’anni fa anche i nostri si ripresentano con voglia, energia, urgenza espressiva, le stesse che caratterizzarono il loro momento migliore. Da non sottovalutare anche che ora possono, senza alcun dubbio, vantare una maturità artistica derivante da tutto quello che i membri del gruppo hanno affrontato dopo lo scioglimento del 1988.

Lilith mette in mostra una voce che il tempo ha reso più roca, non lontana da quella Marianne Faithfull che fu suo idolo in gioventù; Tony fa risaltare ancora quel beat pulitissimo, mentre la sei corde di Dome ha acquisito una capacità espressiva che si percepisce nelle diverse sfumature stilistiche, perdendo un po’ dell’aggressività dei bei tempi andati.

Che la loro non sia una rimpatriata tra vecchi amici lo si comprende fin dalla rollingstoniana apertura di “Deep Eyes”. Che viene seguita da altri otto brani tra i quali spicca la cover di “Primitive”, pezzo dei Groupies, ma che i piacentini prendono dal repertorio dei Cramps periodo “Psychedelic Jungle”. Si abbeverano alle fonti della musica americana, rinverdendo una passione evidente fin dagli albori.

Così si susseguono il blues psichedelico di “Going For a Ride”, il r’n’r tenebroso di “Don’t Give Up”, le atmosfere malsane e desertiche di “Rubbish Land” e la ballata omonima molto evocativa e di chiara ispirazione Gun Club.

Sanno ancora colpirti al cuore sostituendo il furore con la profondità, non hanno perso un grammo della loro bravura!!!


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