Sarebbe sbagliato vedere “Blood & Spirit”, il secondo sforzo degli ucraini Nonsun, attraverso la lente della guerra russa contro il loro paese. Non hanno scritto queste cinque canzoni di destino avventuroso, per lo più strumentale, pensando ai carri armati e ai razzi di Putin.
Eppure c’è qualcosa nelle corpose espressioni di dolore e resilienza dell’album che si collega alla forza e al dolore del popolo ucraino, qualcosa di dormiente, ma innato, che aspetta nell’etere che Nonsun arrivi e lo attinga. Come sottolinea la band, i brani (e i loro titoli evocativi) avevano tutti un significato personale prima della guerra. Quei valori, tragicamente, sono diventati più universali.
Prendi “That Which Does Not Kill”, la traccia più breve e diretta del disco. È un interrogatorio del famoso aforisma di Nietzsche, e lascia ambigua la sua conclusione. Sopravvivere a un trauma personale – come, forse, un attacco aereo russo – ti rende davvero più forte o calpesta il tuo spirito?
“A Wizard Grieving Over the Loss of His Magic” è un’introduzione elegiaca dei temi della raccolta, mentre l’imponente brano di chiusura di 13 minuti, “In Your Eyes I’m A Cripple”, risuona con una nota di rabbia e di sfida.
Il suono della band è ancorato al battito ritmico del batterista Alpha e al modo robusto del bassista Alex, che lasciano al polistrumentista Goatooth molto spazio per aggiungere figure di chitarra espressive, esplosioni di sassofono stridulo e sintetizzatori lussureggianti e atmosferici. È chiaro che molta cura è stata dedicata alle composizioni in questo interessante rilascio.
Tutto è al proprio posto e l’impatto emotivo dei pezzi è rafforzato dalla precisione della formazione. I confini dei generi toccati sono sfumati e danno origine ad un enorme senso di malinconia che si traduce nel sentore di una tragedia imminente. Una sorta di post-rock apocalittico!!!
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