E con questo sono tre. Infatti si tratta del terzo disco recensito in una settimana che ha come comune denominatore la città di New Orleans, a dimostrazione del fatto, se ce ne fosse ancora bisogno, che il meglio della classicità in rock proviene dal sud degli Stati Uniti.
Il disco in questione è stato registrato durante il festival, che si svolge ogni anno nella capitale della Louisiana, dello scorso anno. Mitch Woods è un residente nella “Crescent City”, di origini è nuovayorchese, ma ormai da anni è diventato un portabandiera degli umori, dei profumi e dei sapori della tradizione musicale della Louisiana.
A distanza di due anni dal pregevole “Friends along the way”, disco che presentava una parata d’ospiti d’eccezione quali Van Morrison, Taj Mahal, Charlie Musselwhite, Maria Muldaur ed altri, ecco che ora da sfoggio della sua miglior prerogativa, quella dell’entertainer di classe, in cui riesce a proporre con entusiasmo e classe un repertorio in grado di miscelare il suo stile jump’n’jive con il boogie-woogie, il R’n’R originale, il blues, il soul della “Big easy”. Se vogliamo in lui si sommano Louis Jordan, Charles Brown, l’idolo Fats Domino, per poi menzionare anche Commander Cody, Allen Toussaint e le marching bands.
In occasione della sua partecipazione al Festival più importante del mondo il nostro ha allestito una super band, molti dei quali hanno suonato coi musicisti sopracitati. Amadee Castenell e Brian “Breeze” Cayolle erano i sassofonisti di Toussaint, Roger Lewis suona il baritono per la Dirty Dozen Brass Band, John Fohl ha spesso prestato i propri servigi al compianto Dr. John e non vado oltre altrimenti li dovrei citare tutti.
L’inizio è affidato a “Solid gold cadillac” un pezzo swingante dal repertorio di Louie Bellson, un brano anni ’50 che dispiega un suono splendente da big band, con la voce di Pearl Bailey sugli scudi assieme al pianismo di Mitch di matrice boogie, con il pubblico che apprezza alla grande. Si prosegue nel jazz con “Down boy down”, sax e chitarra furoreggiano mentre Woods da un saggio di come il pezzo debba essere suonato, per inciso composto da Wynonie Harris. È il momento di passare a “Mojo mambo” che omaggia il grande Professor Longhair in puro stile neorlinsiano, piano in evidenza e la chitarra di Fohl che tocca le corde giuste per una resa impetuosa, ma di grande finezza. “Crawfishin’” è un boogie-woogie suonato a rotta di collo, i fiati che non si risparmiano, ed il gruppo nel suo insieme che da dimostrazione di impatto e coesione.
La parte centrale è un omaggio al maestro Fats Domino, quindi dominata dalle tastiere del nostro che dimostra, una volta di più, che l’allievo ha saputo imparare proprio bene. Splendida “Walking to New Orleans” un must della “Crescent City”, e pure “Rocket 88” suonata a velocità supersonica che conferma che Mitch Woods ci sa proprio fare, pur non perdendo mai di vista il feeling.
Ancora una volta affidarsi alla “Big Easy” è una cosa che porta sempre piacere!!!


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